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«Negli ultimi 10 anni uno dei temi che ha caratterizzato il dibattito politico nell'opinione pubblica è dato dal costo che i cittadini sono chiamati a sostenere per mantenere lo Stato, le Regioni e gli Enti Locali. Spesso ci si è trovati difronte a importi enormi e ingiustificati per le più svariate voci che nulla avevano a che vedere con l'effettiva responsabilità dovute alle cariche pubbliche ricoperte o a benefit fuori luogo come regali e orpelli di ogni genere».
A sostenerlo sono Stefano Lubrano (Patto Civico), Maria Grazia Salaris ed Emiliano Piras (N.C.I.).
«Nonostante quindi il tema della spesa pubblica – scrivono i tre esponenti politici algheresi in una nota – sia dibattuto come e, forse, più dei mondiali di calcio continuiamo a leggere di spese assurde e fra queste si distingue il maldestro tentativo dei consiglieri regionali sardi di auto-riconoscersi un' integrazione ai fini pensionistici, con validità retroattiva che consentirebbe a chi oggi siede sulle poltrone da consigliere regionale di aggiungere benefici a quelli importanti già oggi riconosciuti, aggravando, pare, di ulteriori 6 milioni di euro la spesa pubblica regionale solo per questa norma».
Per Salaris, Piras e Lubrano «È evidente che sono atti come questo a alimentare il conflitto tra cittadini e quel tipo di politica, che si traduce sempre più in rifiuto, in allontanamento da quello che invece dovrebbe essere il principale valore di una comunità libera, ovvero la partecipazioni e il confronto civico con le istituzioni. Crediamo non vi sia giustificazione alcuna, abbiamo la piena convinzione che quasi tutti i consiglieri regionali si siano voluti attribuire "certezze" economiche future forse pensando al proprio domani, pieno di incertezze, dimenticandosi ancora una volta che il loro ruolo, pagato lautamente, è quello di lavorare per il domani, possibilmente roseo, dei sardi».
«Bisogna avere il coraggio di rompere con il passato – concludono –, perché, se è vero che fare politica a volte comporta sacrifici, la grande sfida sta nel sapere interpretare il proprio ruolo di buon amministratore al pari di un buon padre di famiglia».