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Sabato 10 novembre alle 10.30, di fronte all’ospedale civile “Alivesi” di Ittiri, avrà luogo un sit-in promosso da AutodetermiNatzione - Coordinamento territoriale di Sassari.
Un gesto per protestare contro la riforma della rete ospedaliera della Giunta Pigliaru e, sostengono da AutodetermiNatzione «Supinamente accettata dalla stragrande maggioranza del Consiglio Regionale, che di fatto determina la chiusura di interi ospedali periferici (La Maddalena, Ittiri, Thiesi, Bosa, etc.) e la drastica riduzione dei posti letto e/o l’abolizione di interi reparti degli ospedali pubblici di Ozieri-Tempio-Alghero e Sassari».
«In questi anni – hanno aggiunto –, nel nome del risparmio, abbiamo assistito al progressivo impoverimento dell’offerta pubblica dei servizi sanitari. Interi territori della nostra isola risentono della carenza di medici e pediatri di base; gli ambulatori di igiene pubblica si diradano sempre più; i presidi di primo soccorso sono destinati a ridursi ulteriormente; la dilatazione delle liste d’attesa per visite specialistiche e per esami strumentali (tac, risonanze ecc.) ha raggiunto ormai tempi inaccettabili; una quota sempre più numerosa di popolazione rinuncia alle cure e alla prevenzione, il 14.6% dei sardi contro il 4.9% della media nazionale».
«Il Nord Sardegna, già penalizzato rispetto alla distribuzione dei servizi sanitari delle restanti zone dell’isola, – hanno sottolineato – rischia un’ulteriore danno per effetto della prossima apertura del Mater Olbia, ospedale privato ma con costi milionari pubblici».
«Di fronte a questo desolante e preoccupante orizzonte, AutodetermiNatzione dichiara la sua ferma contrarietà all’intera riforma della Sanità sarda. Riteniamo che il diritto alla salute e al benessere vada difeso con politiche di riconversione dei presidi sanitari territoriali e non con la loro abolizione, rafforzando l’offerta dei servizi pubblici e favorendo l’accesso alle cure. Per tale motivo – hanno concluso – invitiamo tutti a partecipare a Sit-in di protesta presso le strutture ospedaliere a rischio di chiusura e/o forte ridimensionamento nel nostro territorio».