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Dal fondo del lago Cixerri nel sud Sardegna, dove pochi anni fa sono riemerse due strade create dagli antichi romani, stanno riaffiorando anche i resti di antichi edifici.
Accade in questi giorni di Pasqua e Pasquetta dove escursionisti in tour hanno toccato con mano il fascino del passato. Vivendo intense emozioni. Si tratterà di un insediamento romano? Parrebbe quel che resta di alcune strutture di epoca antica, forse usate nel Medioevo.
Quella occupata dalla diga del Cixerri, a Genna Is Abis, poco oltre la vecchia polveriera militare abbandonata di San Giovanni, è una zona di grande interesse storico e culturale. Strade che riaffiorano dal lago artificiale, ancora in secca per la parziale apertura della diga, si accostano ora a delle nuove strutture murarie, realizzate in pietrame, soprattutto in ciottoli di fiume e malta.
Parrebbero delle antiche dimore, delle domus ma è anche probabile che possano trattarsi di edifici ausiliari alla vita che scorreva lungo la rete viaria romana, che sorge a due passi dai luoghi dell’avvistamento. Spetterebbe agli studiosi e magari agli archeologi prendersi cura del luogo, magari avviando una campagna di scavi che chissà se mai avrà luogo. Il bacino infatti potrebbe esser riempito nuovamente d’acqua. Perché la diga di Genna is Abis è uno sbarramento artificiale situato tra i territori dei comuni di Uta e Villaspeciosa, realizzata per usi idropotabili, agricoli e industriali, e riceve l’apporto del fiume Cixerri.
I media hanno riportato in questi giorni le lamentele di un gruppo di ragazzi che hanno avvistato un incredibile moria di pesci all’indomani dell’apertura delle chiuse sulla diga. La testimonianza di Antonio, pescatore sportivo: “Ecco lo scempio del giorno dopo dell’apertura delle chiuse che trattengono l’acqua all’interno della diga Cixerri di Uta. Credo che questo disastro si potesse prevenire durante il periodo di secca. Adesso migliaia di pesci stanno lì a morire, ma per fortuna una piccola parte è stata messa in salvo da due ragazzi”.
Il patrimonio archeologico del passato potrebbe dunque finire nuovamente in un oscuro e limaccioso fondo, ricolmando una storia che stimola curiosità. Uno strato spesso di stucchi ricopre infatti le pareti interne di edifici di forma rettangolare riaffiorati per via della secca nel bacino idrico. “Un patrimonio antico di grande interesse per meglio capire il nostro passato, e cosa esattamente si trovava nell’antichità in zona prima che venisse invasa dalle acque della diga” conclude Marcello Polastri.