“Il tribunale di Roma ha di fatto rescisso il contratto tra il consorzio di Bonifica e l'Astaldi, l'impresa che stava realizzando l’opera. È passato un anno e mezzo da quando lancia l'ultimo allarme sulla vicenda spiegando quello che doveva essere fatto per evitare la fine del cantiere. Un cantiere che avevo finanziato nel piano strategico delle risorse idriche del 2002/2003, assumendomene la responsabilità come commissario governativo”.

Questa l’ennesima denuncia del leader di Unidos, Mauro Pili, che aggiunge: “Da allora l'incapacità e l'inettitudine hanno fatto il resto. Ci fu un sindacato, evidentemente ossequioso della precedente giunta regionale, che si era persino spinto ad affermare che stessi facendo allarmismo”.

“Purtroppo – aggiunge Pili – sia certa politica che a volte le organizzazioni sindacali parlano senza alcuna cognizione di causa, senza aver esaminato i problemi e senza prevedere gli scenari. Oggi quel cantiere è drammaticamente chiuso. Con un pericolo di non poco conto anche sul piano ambientale e idrogeologico dell'intera area a valle del Monti Nieddu”.

A suo modo di vedere “Non c'è molto tempo da perdere. Se esistono le condizioni per l'assegnazione alla seconda classificata bene, altrimenti si proceda alla messa in sicurezza del cantiere e all'immediato nuovo appalto contemplando nel progetto tutte quelle varianti sulle quali la regione in questi anni ha perso solo tempo”.