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“La diga di Monti Nieddu non si trasformi definitivamente nell’ennesima opera incompiuta”. Questo l’auspicio della Fillea Cgil Cagliari che ha voluto rimarcare l’importanza dell’opera, per i riflessi occupazionali (oltre trecento lavoratori coinvolti) e per i benefici che l’infrastruttura porterà all’intero territorio.
“L’assurdo è che siamo ancora impantanati su un’opera avviata vent’anni fa – queste le parole di Erika Collu – mentre potremmo ora discutere della progettazione delle infrastrutture aggiuntive da realizzare con la programmazione europea”.
Una vicenda che ha inizio nei primi anni del2000 quando i lavori si fermarono a causa di un contenzioso tra l’appaltatore di allora, l’ Ati italo-spagnola Dragados/Glf e il committente, il Consorzio di Bonifica della Sardegna Meridionale. Poi, dopo la ripresa dei lavori a fine 2017, un nuovo stop a giugno 2018 quando, a bloccare il cantiere è un altro contenzioso, stavolta tra la Astaldi, aggiudicataria, nel 2014, dell’appalto da 56 milioni di euro e il Consorzio: L’impresa appaltatrice rivendica di aver eseguito lavori aggiuntivi pari a 35 milioni di euro.
Si decise di creare una commissione che alla fine del suoi lavori, lo scorso luglio, ha elaborato una proposta di accordo bonario che però è stata rigettata dal Consorzio. Fallita la procedura dell’arbitrato, il Codice degli appalti ha percorso la strada della transazione che, se andasse a buon fine, dovrebbe poi passare al vaglio dell’Avvocatura dello Stato, allungando ulteriormente i tempi.
Ad aumentare il clima di incertezza si aggiunge l’attesa sull’esito dell’istanza di concordato preventivo chiesta da Astaldi nel 2018 per evitare il fallimento. Il Tribunale di Roma deve valutare il Piano Concordatario, redatto dai Commissari giudiziali, che prevede lo stralcio del contratto relativo alla Diga di Monti Nieddu proprio perché in perdita.
“Esprimiamo grande preoccupazione per lo stallo di questa importante opera strategica per tutta l’area sud- orientale della Sardegna – ha concluso la Collu -. Il rischio da scongiurare è che sia l’ennesima incompiuta con un enorme spreco, peraltro, di risorse pubbliche e senza alcun ritorno né in termini occupazionali, né per lo sviluppo di un territorio vastissimo”.