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"Chiediamo di abbassare i parametri per la costituzione degli Istituti Comprensivi tenendo conto delle specificità locali e della densità di popolazione della Sardegna, i parametri validi per la realtà nazionale, infatti, non possono essere applicati a una realtà come quella sarda significativamente poco popolosa e caratterizzata da una conformazione orografica che rende difficili gli insediamenti umani, di abbassare il tetto numerico per la formazione delle classi, che attualmente prevede un minimo di 18 alunni, di abbassare il tetto numerico di alunni per classe, che attualmente prevede un minimo di 18 decrementandolo a almeno a 10-12 alunni, di ampliare gli interventi nell'ambito della formazione e specializzazione in modo tale che tutto il corpo docente possa essere garante di un modello di istruzione che preveda l'insegnamento ottimale in contesti disagiati e non convenzionali orientati, però, nel contempo, alle necessità dell'utenza scolastica moderna e di istituire bonus per gli insegnanti che dichiareranno la volontà a voler permanere a lavorare nelle scuole di zone disagiate".
E’ quanto il Comune di Tonara chiede alla Giunta regionale che lo scorso 25 novembre ha approvato le Linee Guida del Piano di dimensionamento scolastico per l’anno 2017/2018.
Il Consiglio comunale del centro nuorese, riunitosi mercoledì scorso, ha approvato la delibera attraverso la quale vengono indicati i punti deboli delle Linee Guida, nonché le preoccupazioni dell’amministrazione verso i propri giovani, le famiglie e gli insegnanti, oltre ai disagi che le realtà scolastiche del territorio di montagna dovrebbero affrontare anche nella prossima stagione scolastica.
“Riteniamo ingiusto che decisioni importanti sugli assetti fondamentali del nostro sistema scolastico vengano assunte in assenza di qualsiasi processo di analisi e valutazione dei territori. Le operazioni di dimensionamento – si legge nella delibera - dovrebbero essere predisposte da Comuni, Enti Sovracomunali, Province e Regione con largo anticipo e tramite un ampio, trasparente ed efficace sistema di concertazione”.
“Con la soppressione graduale di tante realtà scolastiche di montagna è in gioco il destino di tante piccole comunità, la cultura e l’identità di luoghi come il nostro, si strappano i discenti dalla loro cultura, si distrugge la loro coscienza locale, togliendo libertà all’alunno stesso, agli insegnanti e al territorio – si spiega nel documento di protesta -. Qualsiasi intervento di razionalizzazione sull’organizzazione del nostro sistema scolastico non può ignorare due elementi fondamentali e cioè la parità di condizioni di accesso al diritto all’istruzione e la qualità della stessa. Per queste ragioni occorrono determinazioni specifiche per i nostri territori rurali e montani, a basso tasso di densità demografica e soggetti a un incessante e mortificante spopolamento. L’ipotizzato dimensionamento di cui sopra creerebbe, ai nostri ragazzi, alle famiglie, agli operatori scolastici, un incommensurabile disagio a causa delle distanze che, nelle zone di montagna, non si calcolano in chilometri ma in dislivelli, in strade strette, franose e danneggiate, in neve e ghiaccio, impraticabili agevolmente per lunghi mesi all’anno anche a causa di una distorta, inadeguata e inefficace politica nel sistema di trasporto locale tra i centri del territorio. A fronte di questa serie di considerazioni, occorre ribadire che la scuola è un servizio primario che garantisce la possibilità ai giovani e alle loro famiglie di rimanere sul territorio”.
“Una Scuola efficientemente organizzata, funzionante e funzionale non è un privilegio, una necessità ma un diritto – evidenzia il consiglio comunale di Tonara -.Alla luce di tutto ciò al fine , quindi, di favorire un modello scolastico specifico e innovativo, calzato sulle affet