Con la Delibera n° 8/1 del 10 febbraio 2017 la Giunta regionale ha approvato definitivamente  il piano di dimensionamento scolastico.

L’Unione dei Comuni della Barbagia prende atto che “l’esecutivo di viale Trento non tiene conto della decisione del Comune di Ovodda di far parte del comprensivo di Gavoi al quale aderiscono altri tre comuni dell’Unione: Ollolai, Olzai e Lodine. Tale scelta comporta in primo luogo la negazione da parte della Giunta del diritto di autodeterminarsi delle comunità. L’amministrazione di Ovodda ha operato la scelta prendendo atto della volontà unanime della popolazione ad aderire al comprensivo barbaricino con il quale storicamente  esiste un forte legame e del quale fino agli anni ottanta faceva parte”.

“La Giunta regionale – si legge ancora in una nota stampa - non tiene conto dello sforzo dei Comuni per la creazione di una scuola di territorio e per garantire il diritto allo studio. Nonostante l’iniquità delle linee guida regionali sul dimensionamento scolastico e una legislazione che non guarda alla specificità dei territori montani è intenzione dei comuni barbaricini proseguire nell’impegno e nella lotta per promuovere la nascita di istituti che uniscano le diverse realtà scolastiche aderenti al medesimo ambito territoriale. L’esecutivo non tiene nel debito conto neppure il parere argomentato in merito della Seconda Commissione del Consiglio Regionale della Sardegna che nella relazione sul piano di dimensionamento scolastico 2017/2018 inviata al Presidente del Consiglio si era soffermato sulla volontà dei Comuni di cooperare tra loro e garantire i percorsi formativi con particolare riguardo verso i territori caratterizzati da fenomeni di isolamento privilegiando le proposte frutto di una visione sovra comunale e condiviso pienamente l’iniziativa dell’Unione dei Comuni Barbagia di adottare, anche con i comuni limitrofi, una comune strategia in materia di istruzione”.

“In tutti gli ambiti si chiede alle amministrazioni di mettere in atto percorsi virtuosi di progettualità in rete – continua l’Unione dei Comuni Barbagia – di condivisione di scelte, e quando questo succede, quando questa rete diventa fattiva, operativa, lungimirante, come nel caso della stessa Unione se ne rigettano le proposte e si fa spregio della volontà di autodeterminazione delle stesse comunità. Un brutto messaggio per le amministrazioni barbaricine che hanno interloquito costantemente con la Regione per generare dinamiche efficienti rispetto al futuro della scuola di territorio. Un brutto messaggio per tutto il territorio e per la sua popolazione che resiste allo spopolamento, a una crisi economica feroce, alla perdita di servizi e che non accetta che le istituzioni voltino le spalle alle azioni virtuose in favore del diritto allo studio e della aggregazione di comunità con interessi uniformi”.

L’Unione dei Comuni della Barbagia “non accetta che si mortifichino gli sforzi che i sindaci e le amministrazioni hanno messo in campo per dare ai propri studenti una scuola di qualità superando le difficoltà di un piano di dimensionamento scolastico nel quale la logica dei freddi numeri sovrasta le problematiche di spopolamento, scarsa natalità, orografia e viabilità delle zone interne della Sardegna.

La mancanza di una adeguata legge regionale sulla scuola che tenga conto di tali criticità non può ricadere sulla testa di coloro che da anni la chiedono a gran voce e che nonostante l’iniquità delle linee guida attuali cercano di lavorare a tutela dei diritti dei giovani cittadini del territorio”.