PHOTO
Morto mercoledì scorso, dopo due mesi di sciopero della fame attuato per contestare la sua detenzione in carcere in seguito ad alcune condanne per reati fiscali e falso, l'indipendentista di Terralba Doddore Meloni per la giustizia italiana di fatto è ancora vivo.
Stamane l'ennesimo processo a suo carico (proprio per una contestazione su una presunta falsa attestazione sul gratuito patrocinio) è stato aperto e rinviato a lunedì prossimo.
Il giudice Enrica Marson non ha potuto chiudere il procedimento perché al Tribunale ancora non è arrivato il certificato di morte del leader del movimento Meris Malu Entu.
Lunedì dovrebbe essere agli atti e il giudice chiudere il procedimento con la tradizionale formula: "Non doversi procedere per morte del reo". Il legale di Doddore Meloni, l'avvocato Cristina Puddu, ha annunciato però un'istanza di incostituzionalità: "Questa formula è in netto contrasto con quanto sancisce la Costituzione laddove dice che una persona deve ritenersi innocente sino a quando a suo carico non viene pronunciata una condanna definitiva", ha dichiarato l'avvocato Puddu.
"Ho deciso quindi di sollevare un problema di costituzionalità che verrà riproposto in tutti i procedimenti ancora aperti a carico di Doddore Meloni, oltre una ventina".
Stamane a palazzo di giustizia si sono presentati anche alcuni indipendentisti veneti. Hanno solidarizzato con l'avvocato Puddu e criticato i meccanismi della giustizia italiana, ricordando le battaglie di Doddore Meloni.