Si avvia alla conclusione la III edizione di MediterranEU - Giovani che cambiano il mondo, l’iniziativa realizzata dall’Associazione Rumundu, in qualità di capofila, con il fondamentale contributo dalla Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale presieduta dal Prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele, e il supporto di Rondine Cittadella della Pace, del Comune di Alghero e della Fondazione Alghero, con l’obiettivo di prendere in mano le sorti del Mediterraneo attraverso progetti concreti di sviluppo e condurlo verso un futuro di sostenibilità economica, con la Sardegna in particolare a giocare il ruolo fondamentale di “Hub”.

Sabato 12 novembre, dalle 9.30 alle 12, il Teatro Civico di Alghero ospiterà per la giornata conclusiva i 12 ragazzi di Rondine Cittadella della Pace, provenienti da aree in conflitto (Palestina, Israele, Libano, Nigeria, Mali, Burkina Faso, Medio Oriente), e i 45 giovani di tutta Italia di età compresa tra i 16 e i 19 anni che hanno partecipato al programma. Insieme a loro, nel ripercorrere le fasi del progetto, valutare gli obiettivi raggiunti e disporre le basi per un costante e produttivo dialogo interculturale, 250 studenti delle scuole superiori cittadine e i ragazzi dell’Istituto Tecnico Devilla di Sassari che hanno vinto un viaggio premio di una settimana a Bruxelles per essersi distinti durante il programma. 

“È stata un’esperienza davvero incredibile, che credo abbia lasciato un segno non solo nei partecipanti ma anche in noi organizzatori e docenti – ha spiegato il presidente dell’associazione Stefano Cucca, Presidente di Rumundu - Quando pensiamo alle aree del mondo che vivono una situazione di conflitto o alle stesse aree depresse del nostro paese, abbiamo spesso la tendenza a voler ‘rattoppare’ ciò che si è rotto anziché investire per ridurre il danno a monte. Formare una nuova classe dirigente, capace di affrontare le criticità odierne, è invece uno dei pochi investimenti sensati che si possano fare in questo momento”. 

Criticità quali alti livelli di povertà, disoccupazione, scarsa scolarizzazione, disuguaglianze di genere, divario digitale, che i ragazzi di MediterranEU hanno cercato di affrontare con progetti di sviluppo locale. I 12 giovani di Rondine Cittadella della Pace, che hanno concluso la fase internazionale, hanno infatti seguito un percorso di creazione di impresa di 6 mesi, comprensivi di lezioni online e di attività in presenza (come il percorso di alta formazione “Social Innovation School” della Rumundu Academy) che li porterà a rientrare ad Alghero nella primavera del 2023; i secondi hanno lavorato a progetti di sviluppo locale in coerenza con gli obiettivi ONU. Per tutti loro l’impegno a sviluppare concretamente queste idee progettuali nel proprio paese di origine.

“La forza di questo importante progetto risiede nell’aver creato, attorno alle tematiche fondamentali dell’innovazione sociale e dello sviluppo ecosostenibile, un percorso formativo che mette in connessione un nutrito gruppo di giovani di tutta Italia, impegnati per mesi in progetti di sviluppo locale, e 12 giovani provenienti da zone di conflitto, i quali hanno avuto l’opportunità di approfondire argomenti come la mediazione dei conflitti e la sostenibilità ambientale. – ha commentato il Prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele, Presidente della Fondazione Terzo Pilastro – Un’iniziativa che, oltre a porre le basi della nuova classe imprenditoriale del futuro, è in grado di esportare know-how per lo sviluppo economico e sociale e, nel contempo, instillare il seme della pacificazione tra i popoli all’interno dei Paesi del Mediterraneo”. 

L'intero percorso formativo si è concentrato sull’analisi dell’area del Mediterraneo e sul rapporto umano, sul dialogo come strumento di risoluzione dei conflitti e sullo scambio culturale. Un processo finalizzato a sviluppare iniziative concrete di carattere imprenditoriale, sociale e culturale e favorire la nascita del nuovo tessuto sociale dei Paesi della Sponda Sud del Mediterraneo.

Franco Vaccari, presidente e fondatore di Rondine Cittadella della Pace, ha aggiunto: "Quando si dà fiducia ai giovani e li si aiuta a liberarsi dai pregiudizi, l’incontro con l’altro è sorpresa, è scoperta, è esperienza di crescita che produce abbondanza. Serve però un’educazione alla relazione, ad un nuovo modo di stare nella crescita civile, un’educazione ad una cittadinanza che sia proattiva. È un bisogno urgente e non più rimandabile. Allora occorre imparare a stare nel conflitto con un diverso paradigma, accettando la sfida, costruendo pazientemente legami di fiducia e di volontà, fino all’impegno per una comune causa: la pace".

Un progetto internazionale che ha visto la Sardegna, e Alghero in particolare, quale hub privilegiato di incontro e scambio per tutta l’area del Mediterraneo. 

“È per Alghero grande motivo di orgoglio aver potuto ospitare i ragazzi coinvolti nel progetto MediterranEU e non vediamo l’ora di accoglierli nuovamente in primavera - ha evidenziato il Sindaco di Alghero Mario Conoci - Speriamo che dalla nostra isola possano portare nei loro paesi il ricordo di una incredibile esperienza, un prezioso bagaglio di scambi fra culture diverse e il germe di progetti di sviluppo orientati alla pace”.

“La gestione, la tutela e la fruizione del patrimonio culturale cittadino non può mai basarsi su un ecosistema chiuso. Per funzionare deve aprirsi ed è proprio questo l’obiettivo che ci siamo voluti dare con MediterranEU. Un progetto che ha portato tante esperienze diverse a intrecciarsi nella nostra città per poi ‘restituire’ conoscenza in altri paesi del mondo - ha concluso il Presidente della Fondazione Alghero Andrea Delogu.

Il Mediterraneo diventa così il luogo simbolo per i giovani di tutto il mondo che intendano disegnano il proprio futuro, rafforzare la cooperazione politica, economica e sociale tra i popoli e tradurre l'economia (anche) in uno strumento di pace. Appuntamento quindi ad Alghero, sabato 12 novembre, per la chiusura dei lavori.