Un po’ di disorientamento iniziale che è stato immediatamente cancellato da tanta emozione e voglia di fare nuove amicizie: è ciò che stamattina hanno provato 5 bimbi ucraini accolti nell’Istituto Comprensivo Fernando Meloni di via Cagliari a Domusnovas, che comprende sia la scuola dell’Infanzia che quella Primaria. Arrivati in Sardegna qualche settimana fa, i bimbi sono ospitati a Domusnovas da alcune famiglie, e frequenteranno le classi dalla materna fino alla quinta elementare, uno per ogni anno insomma.

L’accoglienza è stata calorosa e ricca di colori grazie alle bandierine e ai cartelloni colorati preparati dalle classi apposta per i bimbi ucraini, con l’inno nazionale dell’Ucraina e quello italiano in sottofondo. Felicissimi e molto incuriositi anche i piccoli studenti di Domusnovas, che avranno così occasione di stringere nuove amicizie e avere nuovi compagni di giochi e di studi. Presenti all’accoglienza la Sindaca Isangela Mascia, la Dirigente scolastica, la professoressa Marta Putzulu, e la Consigliera Fabiola Barranca.

I bimbi sono figli del mondo” ha detto ai microfoni di Sardegna Live la prima cittadina. “L’ho spiegato stamattina sia agli allievi di Domusnovas che ai piccoli ucraini appena arrivati. Non ci importa di dove vengano, di quale sia la loro bandiera o la madrelingua, ma è importante far capire ai giovanissimi che quando si tratta di fratellanza, inclusione e solidarietà parliamo tutti la stessa lingua. I modi per comprendersi e per convivere si trovano facilmente, anche parlando lingue diverse”.

"Ovviamente tutti speriamo che i bimbi possano un giorno tornare nella propria terra in una condizione di tutela e di sicurezza, perché ciò significherebbe che questa terribile situazione in Europa è finalmente finita, ma finché staranno qui noi abbiamo aperto qualsiasi tipo di porta nei loro confronti, sia da un punto di vista scolastico, che sanitario, ma anche per quanto riguarda le attività ricreative, a cui saranno liberissimi di partecipare” ha continuato la sindaca, che ha concluso: “Nel frattempo ci stiamo muovendo anche per un supporto psicologico e per avere al più presto un mediatore culturale che insegni loro l’italiano”.

La dirigente scolastica Marta Putzulu afferma invece che "È un sorriso amaro quello mostrato nell'accogliere i profughi ucraini, che si commuovono a sentire il loro inno prima del nostro e che non riescono a nascondere la nostalgia di casa e dei genitori rimasti al fronte. Li salutiamo e diciamo fate come se foste a casa vostra. La verità è che laddove i grandi, ma solo dal punto di vista anagrafico, sbagliano, i "piccoli" stupiscono, danno la manina ai nuovi amici, li accompagnano nella nuova classe e dicono 'giochiamo?' Per loro non esistono differenze, non ci sono distanze, c'è solo solidarietà, affetto e accoglienza. La scuola è anche questo, luogo di educazione alla vita insieme".