Donare il sangue significa affermare con un semplice gesto il valore della vita. É una preziosa opportunità per il ricevente e ci fa comprendere l’importanza di sederci su quella poltrona, offrire il nostro braccio e donare una parte di noi.

La donazione è estranea al meccanismo del dare, avere e ricambiare. Riceviamo il sangue da qualcuno che nemmeno conosciamo e non dobbiamo restituire niente in cambio; questo rende il “donare” ancora più importante perché ci permette di oltrepassare il limitato confine della nostra stessa individualità. Possiamo farlo tutti, non è necessario essere dei supereroi, il dono del sangue è un dovere sociale che dovrebbe essere insito nel nostro DNA perché tutti potremmo avere bisogno di quel piccolo grande gesto d'amore.

Sardegna Live ha incontrato il presidente in carica dell’Avis di Bono, Raimondo Marras, 55 anni sottufficiale della Guardia di Finanza, alla guida dell’associazione dal 2009.  Riconfermato lo scorso anno, per il 4° mandato consecutivo, ha all’attivo 81 donazioni documentate e certificate, la maggior parte conferite alla locale sezione e oltre quelle, riferisce: “qualcun'altra fatta in altre strutture che non risulta documentata,  ma l’importante che siano andate a chi ne aveva necessità”.

Donatori e donazione, com’è la situazione a Bono?

"La sezione comunale Avis di Bono attualmente conta circa 350 soci fra donatori effettivi e collaboratori, poi abbiamo gli ex donatori i soci emeriti e i soci sostenitori. Dalla sua nascita la nostra associazione può contare oltre 1000 iscritti. Nel corso del 2021 abbiamo raccolto circa 300 sacche di sangue, naturalmente c’è stato un calo rispetto agli anni precedenti. L’Avis di Bono nasce 41 anni fa, precisamente ai primi di marzo del 1981, grazie all’impegno di un gruppo di volenterosi donatori che hanno fondato la sezione comunale. Abbiamo un direttivo in carica dall’assemblea elettiva svoltasi a maggio dello scorso anno ed è composta da nove soci di direttivo, il presidente, due vice presidenti di cui uno vicario, un segretario, due amministratori e tre consiglieri. Oltre il citato direttivo di nove soci,  abbiamo tre soci revisori dei conti e tre che compongono la commissione verifica poteri".

Ci sono delle difficoltà nel trovare donatori in Sardegna?

"La Sardegna si può considerare una regione abbastanza generosa in fatto di donazioni di sangue, infatti conta circa 6 donatori ogni mille abitanti e si raccolgono circa 85 mila sacche all’anno. Purtroppo non si riesce a ricoprire il fabbisogno annuo che di media si aggira intorno alle 120mila sacche, molte di queste sono necessarie per la forte presenza di talassemici che richiedono periodiche trasfusioni. A queste però si devono aggiungere tutte le varie unità di sangue che servono per gli  interventi chirurgici, gli incidenti ecc., pertanto si è obbligati ad importare il sangue che serve da altre regioni italiane con un costo per la nostra regione e quindi per la collettività".

Il livello di attenzione sull’importanza della donazione va sempre tenuto alto, come coinvolgete i giovani?

"Come associazione cerchiamo di tenere sempre alto il livello di importanza sulla donazione di sangue coinvolgendo tutta la comunità con varie manifestazioni sociali. Ogni anno (a parte gli ultimi due in cui ci siamo fermati a causa della pandemia) abbiamo sempre fatto dei convegni nelle scuole, sia negli istituti superiori che nelle scuole medie ed elementari, naturalmente diversificati in base alla scuola. In questi convegni, con l’aiuto di medici trasfusionisti e psicologi, il supporto di filmati, diapositive e dépliant, si spiega agli studenti l’importanza della donazione. Molti ragazzi delle superiori, poi compiuti i 18 anni sono diventati nostri donatori".

Donare il sangue fa bene a chi lo dona, perché?

"Donando il sangue facciamo del bene due volte; aiutiamo chi soffre e aiutiamo noi stessi perché teniamo sotto controllo la nostra salute, sia con la visita medica prima della donazione, sia con le analisi che vengono effettuate dopo la donazione, i cui risultati arrivano direttamente al nostro domicilio".

Quali iniziative importanti al momento? 

"Al momento stiamo aspettando di tornare alla normalità. Noi come sezione, grazie ai donatori e ai volontari che hanno collaborato, siamo riusciti comunque, anche in tempi di Covid, a fare la nostra raccolta di sangue con cadenza mensile. Appena si potrà cercheremo di riprendere la nostra azione di proselitismo con le varie attività: convegni nelle scuole, la presenza negli stand con cartelli e gadget nelle manifestazioni cittadine. Abbiamo anche in programma la sistemazione del murales sito in piazza del donatore al centro del paese che comunque dà visibilità all’associazione, se si potrà faremo la consueta raccolta di sangue in montagna che ci dà la possibilità, oltre che di fare il lodevole gesto anche quella di passare una giornata conviviale con i donatori ed i loro familiari nella nostra bella montagna, nei boschi di Monte Pisanu. Voglio ricordare, inoltre, la nostra collaborazione con tante altre associazioni sia del territorio come l’AVOS,  che altre come l’AIL per la vendita delle stelle di Natale o le uova di Pasqua per esempio".