Il Consiglio comunale di Teti ha approvato la mozione proposta dall’associazione “Meglio in due” volta a richiedere l’introduzione anche nella legge elettorale sarda del principio della doppia preferenza di genere.

“Il dibattito sulle quote di genere dura, si può dire ininterrottamente, da circa 10 anni e ha prodotto divisioni sia dentro le élite economiche sia nella società politica, condivisibili o meno” spiega il sindaco di Teti Laila Dearca.

Il Consiglio regionale della Sardegna nella scorsa legislatura ha bocciato a voto segreto la proposta per introdurre la doppia preferenza di genere. La legge regionale statutaria del 12 novembre 2013 non ha previsto l’introduzione di questo meccanismo e oggi sono quattro le donne elette su sessanta consiglieri che siedono nell’assemblea di via Roma a Cagliari.

“Le quote di genere sono servite per far saltare un chiavistello e per creare nella realtà quotidiana un numero consistente di buone pratiche. La società italiana - prosegue il sindaco Dearca - non si stava aprendo al pari delle consorelle europee e il legislatore nazionale ha trovato giusto inserire norme che accelerassero la discontinuità. Tutto si può dire tranne dunque che le quote di genere fossero «contro» le donne oppure che non abbiano avuto successo. Laddove si applicano direttamente, ovvero nella composizione dei consigli di amministrazione, i dati parlano almeno di un raddoppio della presenza femminile che non risulta abbia compromesso l’efficienza di quegli organismi. E’ un peccato che per arrivare ad avere un certo numero di “quote rosa” sia necessario imporle. Quello che manca è la cultura di valorizzare le donne in una casta rinomatamente chiusa e maschilista”.

Il Comune di Teti ha così deciso di sottoscrivere la lettera-appello promossa dall’associazione “Meglio in due” rivolta al presidente del Consiglio regionale e al presidente della Regione Autonoma della Sardegna per chiedere l’introduzione nella legge statutaria elettorale della doppia preferenza di genere.

“Con l'accoglimento di questa proposta - conclude il primo cittadino di Teti - anche da parte del Consiglio regionale sardo si cerca di imporre dall’alto qualcosa che purtroppo  dovrebbe partire dal basso e auspico possa  diventare nel futuro una regola socialmente accettata. La mia speranza è che questa opportunità porti in politica un maggior numero di donne che abbiano così modo di dimostrare che sanno lavorare come e quanto degli uomini. La loro presenza diventerà così la normalità”.