"Antonello ama il calcio". E' la frase scelta dall'Usinese per ricordare il suo fidato collaboratore. Come se il dramma consumatosi sul campo di pallone, teatro della passione durata una vita, non avesse spezzato la vita del 53enne sassarese.

E invece Antonello Campus non c'è più davvero. E' morto nella serata di ieri, attorno alle 20, mentre allenava i suoi ragazzi della Juniores. Inutili i massaggi cardiaci e i soccorsi col defibrillatore regolarmente presente nell'impianto. Neppure gli operatori dell'ambulanza medicalizzata intervenuta sul posto hanno potuto far niente per salvarlo.

"Coi Suoi ragazzi - spiega la società annunciando la morte dell'allenatore - anche ieri ha preparato al meglio la seduta, meticoloso e appassionato come sempre. Si è accasciato in campo, a fine allenamento, e non si è più ripreso. Il Suo campo, quello che lo ha visto protagonista come calciatore prima e come dirigente poi, proseguendo il percorso nelle vesti di allenatore".

La morte di Antonello Campus, stimatissimo nell'ambiente sportivo e non solo per le sue doti umane, ha suscitato un'ondata di cordoglio e commozione. Lascia la moglie Alessandra e il figlio Federico, anch'egli calciatore in Serie D. Ma, ricorda l'Usinese, aveva "tanti altri figli, compresi quelli che anche ieri hanno assecondato e condiviso la passione di una vita, la passione per il calcio. Buon viaggio Mister Antonello. Usini piange il tuo addio, Usini piange il peggiore degli abbandoni".