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"Non ci sono parole per descrivere lo stato d'animo mio personale e dell'intera comunità. Parliamo di un ragazzo 26 anni che è stato ammazzato mentre andava al lavoro a guadagnarsi il pane. Ragazzo solare e benvoluto da tutti in paese".
Sono queste le parole del sindaco di Noragugume, Michele Corda, sul duplice omicidio avvenuto nelle campagne di Bira Birdis, dove sono stati uccisi Bruno e Umberto Nieddu.
Il primo cittadino tende ad escludere l'ipotesi di un collegamento tra questo ultimo fatto di sangue e la faida che per due anni, dal 1998 al 2000, ha insanguinato le campagne del paese.
"Umberto ai tempi della faida aveva 9 anni - spiega il sindaco - e non c'entra niente con quei fatti, né la sua famiglia ha avuto un coinvolgimento diretto o indiretto con quelle vicende. Umberto era un ragazzo d'oro, non stiamo parlando del classico bullo paese, viveva come tutti i ragazzi della sua età, ieri sera era in pizzeria con i suoi amici. Nessuno poteva volergli male, per questo tutto il paese si è riversato stamattina nel luogo dove è avvenuto il fatto".
Il primo cittadino di Noragugume, dunque, non sa capacitarsi di questo duplice omicidio che potrebbe essere maturato, scartando i legami con la faida, nel mondo della campagna per questioni strettamente legate ai due allevatori. Umberto Nieddu era un grande lavoratore e negli ultimi anni aveva dato una mano fondamentale al padre a ingrandire l'azienda di famiglia, su cui gravitavano poco più di 300 capi ovini. I genitori di Umberto erano separati da tempo, e la madre vive insieme alla sorella maggiore della giovane vittima in provincia di Cagliari. Umberto era rimasto a Noragugume insieme al padre Bruno a lavorare sodo: da poco con il babbo aveva costruito un capannone ed era in dirittura d'arrivo anche il progetto per la costruzione della mungitrice.