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I carabinieri della Compagnia di Lanusei hanno arrestato due giovani di Tortolì con l’accusa di duplice tentato omicidio in concorso, rissa e porto ingiustificato di coltello. In manette sono finiti Davide Demurtas, 23 anni, e Enrico Deiana, 22 anni. Il Gip del Tribunale di Lanusei, su richiesta del Procuratore Biagio Mazzeo, ha emesso nei loro confronti la misura cautelare agli arresti domiciliari.
Le indagini, svolte dalla Stazione dei carabinieri di Ilbono con il supporto dei militari del Nucleo Operativo Radiomobile di Lanusei, hanno avuto origine nove mesi fa a seguito di quanto successo durante una festa di compleanno ad Ilbono.
Attorno alle 3:30 della notte fra il 1° e il 2 luglio 2017, quando nel centro ogliastrino erano in corso i festeggiamenti in onore della Madonna delle Grazie, i militari della locale Stazione vennero informati dalla Centrale Operativa della Compagnia di Lanusei del fatto che, presso il pronto soccorso dell’ospedale di Lanusei, erano giunti poco prima tre giovani con gravi ferite di arma da taglio.
I carabinieri intervennero così presso un locale in via Ulestri, sottostante il campo sportivo di Ilbono, dove era in corso una festa per il 18° compleanno di tre giovani con un centinaio di invitati. Una volta accertato che il ferimento era avvenuto in quel locale, furono identificati vari giovani che erano presenti alla festa e che si erano recati in ospedale sia per accompagnare i feriti, sia per attendere notizie circa le loro condizioni di salute.
I giovanissimi feriti erano Luca Pirastu, 19 anni, che riportò lesioni al collo non gravi pur se potenzialmente letali, Simone Coda, 20 anni, e Mattia Loi, 19 anni. Le condizioni di questi ultimi si mostrarono subito gravissime data la copiosa perdita di sangue che aveva determinato un’anemia post emorragica acuta in entrambi. Coda aveva riportato una ferita penetrante all’addome con lacerazione del fegato, ed una seconda ferita lacerante al muscolo di un braccio. Loi, invece, aveva riportato ferite con trauma aperto del torace, con interessamento di carotide e polmone, del dorso, della trachea e altre ferite al collo.
Durante il primo giorno di ricovero, stante anche l’aggravarsi delle sue condizioni, Loi venne trasferito mediante l’utilizzo di elisoccorso presso l’ospedale “Brotzu” di Cagliari e successivamente all’Ospedale “Businco”.
Intorno alle 5:30 della stessa notte, poco più di tre ore dopo l’evento, gli arrestati di oggi Demurtas e Deiana si presentarono presso il Commissariato di polizia di Tortolì. In quella circostanza i due giovani erano accompagnati anche dal loro difensore di fiducia per dare la loro versione dei fatti. Successivamente, gli stessi vennero fermati dai carabinieri di Lanusei presso la guardia medica di Tortolì che riscontrò in Deiana una lieve contusione all’occhio sinistro e in Demurtas un ematoma all’occhio sinistro, escoriazioni alla mano sinistra e ferite da taglio al secondo e terzo dito della mano sinistra. Quando vennero rintracciati nei locali della guardia medica, peraltro, uno dei due ragazzi aveva già provveduto a far lavare in lavatrice i vestiti che indossava durante la notte.
I due riferirono di essere stati invitati alla festa e che, una volta deciso di andare via, poiché gli animi si stavano scaldando, erano stati bloccati da un gruppo di sette o otto persone ed aggrediti da due di loro con un coltello. Nella lite, stando al racconto, erano riusciti a disarmare gli aggressori impossessandosi dell’arma da taglio per difendersi.
La loro versione dei fatti era stata smentita dalle lesioni dagli stessi riportate e risultava in palese contrasto con la natura e l’entità delle ferite delle vittime oltre che dalla ricostruzione investigativa.
Durante la raccolta delle prime testimonianze non emerse alcun dettaglio che permettesse di ricostruire la dinamica esatta. Alcuni testi riferirono di essere a conoscenza, per averlo sentito da presenti negli attimi successivi al fatto, che tre giovani erano stati accoltellati e che i responsabili venivano indicati in Deiana e Demurtas, i quali, dopo avere compiuto il gesto si erano allontanati in tutta fretta dal posto a bordo di una vecchia Fiat Panda di colore bianco.
Le prime indagini non trovarono dunque appoggio nelle persone presenti alla festa ed in particolar modo all’interno del locale. Nessuno fra i presenti, né sul momento né in seguito, sentì il dovere di avvertire le forze dell’ordine dell’accaduto, anzi, al loro arrivo, qualcuno aveva in parte già ripulito le tracce ematiche presenti sulla pavimentazione interna ed esterna del luogo del delitto e altri, dopo avere chiuso il locale, si erano addirittura recati a casa a dormire. Nonostante accurate ricerche non venne peraltro rinvenuta alcuna arma bianca sulla scena del crimine.
Le testimonianze delle varie persone si rivelarono poco indicative e solo pochissime riferirono di aver visto delle persone litigare, mentre nessuno testimoniò di aver assistito all’atto dell’accoltellamento. E’ stato accertato che una persona non festeggiata, verso la mezzanotte, invitò Deiana e Demurtas (quest’ultimo figlio di un ilbonese e fidanzato con una ragazza del posto), che si trovavano nel centro abitato per i festeggiamenti della Madonna delle Grazie, a recarsi ad una festa che si stava tenendo al campo sportivo.
Durante l’attività di indagine è emerso inoltre che nel 2016, durante la manifestazione “Pane ed Olio” ad Ilbono, si era verificata una violenta lite tra Demurtas e Deiana da una parte e Loi e Coda dall’altra. Si è quindi appurato senza dubbio che esistevano due gruppi di persone contrapposti, che circa sei mesi prima del fatto, avevano avuto uno scontro fisico per futili motivi. L’episodio accaduto nel dicembre 2016, infatti, non può non considerarsi preliminare a quanto poi accaduto il 2 luglio successivo. I rapporti fra i quattro, escludendo il Pirastu che dalla ricostruzione investigativa parrebbe essere rimasto coinvolto in modo marginale e verosimilmente accidentale, erano tesi dall’episodio di alcuni mesi prima.
Nella circostanza del dicembre 2016, è altresì accertato che vi sia stato uno scambio reciproco di pugni al termine di un breve diverbio per motivi futili ed anche in quell’occasione, è emerso che uno dei due giovani di Tortolì, precisamente Demurtas, aveva estratto un coltello.
È verosimile che la loro occasionale presenza nella sala da ballo il giorno del delitto, venne avvertita come un gesto di sfida da Coda e Loi. Dalla ricostruzione dei fatti è emerso inoltre che gli attimi antecedenti all’accoltellamento furono caratterizzati da provocazioni effettuate dai due arrestati nei confronti di Loi. Il coltello, o i coltelli, dovevano essere necessariamente nella disponibilità di Deiana e Demurtas.
Peraltro, risulta come Demurtas aveva già estratto un coltello nell’occasione del precedente litigio, quando i presenti si erano adoperati per fare desistere i contendenti da ulteriori azioni. Ed ancora, un coltello Demurtas lo aveva sicuramente in mano quando uscì dalla sala per darsi a precipitosa fuga.
Solo la professionalità dei sanitari che praticarono il primo soccorso e il successivo tempestivo trasferimento in elicottero del Loi, il ferito più grave, presso una struttura del capoluogo Regionale, impedirono che le conseguenze di quanto accaduto si rivelassero rivelate letali per le due giovani vite.
“Non vi è dubbio – recita il comunicato dei carabinieri della Compagnia di Lanusei – sulla volontà omicida, sia pure nella forma del dolo alternativo, desunta in relazione alla pluralità dei colpi inferti, dalla violenza degli stessi e dalle zone del corpo attinte, notoriamente sede di organi vitali”.
“Il fatto che nessuno, al momento dei fatti abbia avuto l’accortezza di avvertire le forze dell’ordine di quanto era accaduto immediatamente prima e che, al posto di lanciare un allarme si era addirittura provveduto a pulire sommariamente le tracce sulla scena del delitto, la scarsità di utili informazioni rese, l’omertà da parte di chi, pur a conoscenza di particolari ritenuti rilevanti, non li ha portati a conoscenza degli organi inquirenti, ivi compresi i diretti interessati (pur considerando la perdita di memoria parziale per quanto riguarda i passaggi essenziali della vicenda dato che entrambi hanno trascorso diversi giorni di degenza nel reparto di rianimazione in stato di “coma farmacologico”, la copiosa perdita di sangue subita, e lo shock subito) ed i prossimi congiunti venuti in seguito a conoscenza di particolari forniti loro da alcuni presenti alla festa, non ha certo aiutato ad una rapida soluzione della vicenda che si è conclusa solo grazie alla ricostruzione delle successive testimonianze raccolte ed alla abilità degli investigatori nei riscontri ottenuti dall’attività tecnica intercettiva posta in essere”.