La piccola Kristina non ce l'ha fatta. La bimba disabile di 5 anni era scampata alle bombe russe ad aprile da Nova Kakhovka, 50 chilometri a sud di Cherson, in Ucraina, ed era stata portata in Italia dai volontari di Anas Sardegna con una rocambolesca traversata dell'est europeo, assieme alla madre Oxana e al fratello di 17 anni. Poi la presa in carico da parte dei medici del Sant'Orsola di Bologna, specializzati nella terapia per le persone affette da una sindrome molto rara, quella di Pallister-Killian (Pks).

Un mese e mezzo fa era stata ricoverata a seguito di un controllo neurologico: due giorni fa, poco dopo essere stata dimessa, è morta per il decorso della malattia. La notizia, anticipata dal Corriere di Bologna, è stata confermata all'ANSA da Samantha Carletti, presidente dell'associazione Pks Italia. Oggi i funerali con rito ortodosso a San Basilio e la sepoltura nel campo dei bimbi al cimitero bolognese della Certosa. Claudio Cugusi, presidente del dipartimento nazionale della Protezione civile dell'associazione Anas, ricordando il viaggio sotto le bombe e l'abnegazione dei volontari, lancia un monito contro la guerra: "Se non altro questa bambina ha avuto una morte più dignitosa rispetto all'orrore delle bombe".

Il corpicino di Kristina è stato sottoposto anche all'autopsia per capire l'esatta causa della morte, visto che la sindrome è polimalformativa e intacca non solo il sistema nervoso ma anche altri organi. "Ora ci stiamo attivando per trovare un lavoro alla mamma, che ha circa 40 anni - racconta Carletti - anche se ci ha già detto che restare qui a Bologna per lei è difficile: troppo dolorosi i ricordi legati a Kristina". Nel frattempo, l'associazione Pks sta per coronare un sogno: in autunno dovrebbe aprire a Bologna il secondo ospedale al mondo che si occupa dei pazienti colpiti da questa sindrome, dopo il Children's Hospital of Philadelphia (CHOP), parte integrante di Pks Kids. Si chiamerà Pks Clinic e al suo interno lavorerà un team medico multidisciplinare.