Con Paolo si spegne un pensiero, s’interrompe un viaggio,  l’orizzonte chiude il suo sguardo per far calare il buio della sera. 

Ha scritto il bello della nostra lingua, le ha dato i colori, nuove forme e inedite letture.

Ha fatto cantare le parole in quella sintesi che diventa perfetta quando la musica si mescola con l’anima per generare poesia. 

Amava i grandi che aveva contribuito a rendere tali con i suoi racconti, le sue interviste mai banali, il suo amore intenso per quel che non ha mai chiamato ‘lavoro’. 

Trasformava in passione tutto ciò che toccava, trasformando i contenuti in sostanza e l’involucro in armonie. 

Era la sua vita. 

Osservare il mondo, descriverlo con la cura e il rispetto che di deve alle parole, esserne testimone. 

Le rime e i cavalli, la lingua e l’arte nelle sue tante declinazioni, questa terra che ha amato, capito, rivelato. 

Curioso e uomo libero, solitario eppure così immerso nel mondo che ‘scandagliava’ in profondità. 

Mille opere e una traccia profonda che resisterà al tempo. 

Se n’è andato con le sue malinconie, con i fiori del mandorlo già gravidi, nel silenzio della sua discrezione. 

Un abbraccio ai suoi cari e un grazie per tutto.