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“Nei giorni di allerta meteo, quando il centro Sardegna è stato investito dall’emergenza neve, le notizie della stampa hanno dato risalto ai disagi patiti dai pazienti del territorio della Barbagia-Mandrolisai dovuti alle difficoltà nei collegamenti stradali, con conseguenti rischi e ritardi nei trasferimenti verso gli ospedali. Sono state segnalate difficoltà nel raggiungimento dei pazienti dalle guardie mediche e dal 118. Grande rilievo ha avuto nella cronaca, l'odissea di una partoriente di Desulo, che ha impiegato ben 6 ore per raggiungere l'ospedale di Nuoro. Negli stessi giorni della nevicata i prelievi effettuati a Sorgono non sono stati trasportati nel capoluogo. Quindi, l’accentramento delle analisi di laboratorio a Nuoro è una scelta sbagliata. Soltanto grazie alla grande professionalità ed abnegazione degli operatori, è stato possibile fronteggiare l’emergenza”.
Sono queste le parole del segretario della Cisl di Nuoro Giorgio Mustaro e di Dino Contu, Rappresentanze sindacali unitarie (Rsu).
“Questi disagi confermano, in maniera inequivocabile, l’assoluta necessità di avere in questo territorio un presidio ospedaliero. La CISL chiede con forza che il Consiglio Regionale, relativamente alla discussione sulla riorganizzazione della rete ospedaliera, riconosca il San Camillo di Sorgono come presidio irrinunciabile”.
Ancora una volta al centro dell’attenzione ci sono i tempi di percorrenza verso l'Ospedale di Nuoro o di Oristano. Per la popolazione della Barbagia e del Mandrolisai, infatti, si parla di tempi che arrivano anche a un'ora e mezza per i comuni più distanti, per non parlare poi dei viaggi in casi di condizioni metereologiche avverse.
“E' necessario - spiegano Mustaro e Contu - che l’ospedale di Sorgono, stante l’isolamento in cui si trova il territorio, debba continuare a fronteggiare le urgenze e a ricoverare pazienti acuti. Deve essere evitato il ridimensionamento del Pronto soccorso a Punto di primo intervento, in quanto, per la normativa, questo status non permetterà l’accettazione di ricoveri urgenti, facendo cadere tutte le garanzie di sicurezza: la guardia anestesiologica delle 24 ore, l’assistenza radiologica delle 24 ore, i ricoveri urgenti”.
“L’attivazione dell’elisoccorso, fondamentale per la grande acuzie, non dovrà comportare il divieto di ricoverare al San Camillo i pazienti acuti, di media e bassa gravità; si eviteranno in tal modo, il sovraffollamento dei grossi ospedali e, per la popolazione del luogo, i disagi legati alle lunghe e ripetute trasferte per i familiari dei malati verso le città sede dell’ospedale di riferimento”.
“La salvaguardia della struttura ospedaliera è indispensabile, non solo per le emergenze metereologiche e per i tempi di percorrenza, ma anche per la considerazione che la popolazione residente nel distretto di Sorgono, è una delle più anziane dell’isola e che i ricoveri ospedalieri riguardano in gran parte questo tipo di utenza”.
“La chiusura o il forte ridimensionamento dell’ospedale comporterebbe il collasso economico e l’ulteriore spopolamento di queste zone interne - concludono i rappresentati della Cisl -. Accettando il principio di curare nei grossi centri i pazienti che possono essere trattati nell'ospedale di Sorgono, verrebbe meno non solo il diritto alla salute, ma anche quello sancito dall’articolo 4 della costituzione, che è il diritto al lavoro.