Nuoro ha ospitato la terza Rassegna organizzata dall’Associazione Culturale “Nugoro Amada”. E’ stata una serata evento destinata a rimanere nella storia di questa città, soprattutto perché ne ha ripercorso alcuni momenti fondamentali, legati al canto e alla cultura popolare, rendendo omaggio ai direttori e ai compositori che hanno lasciato il segno con canzoni senza tempo riproposte ieri sera dalla compagine diretta dal maestro Andrea Solinas.

Il Teatro Eliseo  al completo già in prevendita, ha sommerso di applausi i protagonisti che hanno scritto pagine importanti della storia dei cori cittadini.

Manola Ruju ha ritirato il quadro realizzato dall’artista Elio Moncelsi e destinato al padre Banneddu, assente per motivi di salute, autore di alcune tra le più belle canzoni del repertorio musicale popolare: Nugoro Amada ha eseguito, innestando le voci sulle launeddas di Roberto Tangianu, “No potho reposare”, la celebre poesia di Salvatore Sini, “A diosa”, che il maestro trascrisse negli anni Cinquanta su spartito, armonizzandolo per quattro voci pari virili.

Lacrime e commozione per Gian Paolo Mele, direttore del Coro di Nuoro e autore di “Mariedda”: il settantenne cultore e appassionato, ha tracciato un ricordo lucido e nostalgico degli anni Sessanta, raccontando la nascita di uno dei suoi capolavori musicali preso in prestito dalla poesia di Pasquale Dessanay.

Giuliano Marongiu, presentatore dell’evento, ha introdotto con parole affettuose il ricordo di Bobore Nuvoli, recentemente scomparso, “battitore di nuovi sentieri musicali” e autore di “S’aneddu”. La figlia Eta ha ritirato il quadro realizzato da Moncelsi e raffigurante una sposa benedetta dalla madre.

A Giovanni Diana è spettato il compito di ricevere l’omaggio per Tonino Puddu, altro direttore e compositore amatissimo, che sulle note di “Su bolu ‘e s’astore” ha scritto, di fatto, il suo testamento musicale

Quinto protagonista della serata, che ha rappresentato la freschezza e l’evoluzione di un percorso che ha ancora tanto da scrivere, è stato Alessandro Catte. Visibilmente e dichiaratamente emozionato, il direttore del Coro Ortobene ha sottolineato il valore di una serata dedicata al cuore di Nuoro che canta e che ha lasciato il segno. “Unu ballu pilicanu”, scritto da Franceschino Satta e musicato da Catte, ha chiuso l’omaggio indirizzato ai cori e ai direttori nuoresi.

Le launeddas hanno conquistato il pubblico del teatro Eliseo prima di dare spazio al Coro della SAT diretto da Mauro Pedrotti, particolarmente atteso da tutti.

“Sui monti fioccano”, armonizzato da Luigi Pigarelli, ha aperto il set musicale del più prestigioso coro di montagna nato a Trento nel 1926. Oltre 2000 concerti in quasi 90 anni di attività, il sodalizio fondato dai fratelli Pedrotti ha inventato un nuovo modo di cantare e interpretare il patrimonio della tradizione e della cultura popolare.

Gran finale con il Coro Nugoro Amada e il Coro della SAT riuniti, che hanno interpretato “La montanara” e “Il testamento del soldato”.

Spazio alla solidarietà, con il richiamo dell’Associazione Talassemici Sardi Nuoro e Ogliastra che invita a sostenere le attività e a donare il sangue.