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Si è finalmente conclusa l’odissea di S., la ragazza di Villacidro in vacanza a Fuerteventura che, dall’Italia è stata rispedita in Spagna per poter tornare nell’Isola.
S. parte per la sua vacanza l’11 gennaio 2022 con l’esito negativo del tampone antigenico. La compagnia aerea le avrebbe assicurato che anche per il ritorno in Sardegna non sarebbe stato necessario esibire il green pass, nonostante il decreto del 10 gennaio 2022 che prevede la certificazione per viaggiare su navi, aerei, treni, autobus e metro. Pertanto, la ragazza, sicura di tornare a casa con il solo tampone negativo prende quel volo che la porta in Spagna. Ma la sorpresa arriva alla fine delle vacanza, quando il 18 gennaio sbarca in Italia a Bergamo, lo scalo è obbligato. Niente da fare non si può prendere il volo per Cagliari senza green pass! Inizia così una disavventura che le rimarrà impressa nella mente per lungo tempo.
“Non avrei mai immaginato di poter essere trattata così - dichiara la ragazza ai microfoni di Sardegna Live - quando ho chiesto spiegazioni a un operatore dell’aeroporto mi è stato detto: "non deve dirlo a me, telefoni a Draghi”. Non telefonerò personalmente al presidente Draghi, ma mi sto già muovendo per ottenere un giusto risarcimento".
"È inverosimile – continua - che per poter tornare in Sardegna sono stata costretta a espatriare, arrivare di nuovo in Spagna e da lì cercare un altro modo per rientrare a casa. Mi avevano assicurato che nessuno mi avrebbe chiesto il green pass ma, che in base alle normative del Governo spagnolo, sarei potuta tornare a casa con solo il tampone negativo essendo il volo di ritorno una continuazione di quello di partenza. Non è stato così! - la sua voce è rotta dalla delusione e dalla rabbia - Dopo aver passato una notte infernale all’aeroporto insieme a Veronica (che non conoscevo, ma che ha vissuto con me tutta questa assurda storia e che ringrazio perché non so come avrei fatto ad affrontare tutto da sola) verso le 9.30 del mattino finalmente la Polizia aeroportuale si interessa alla nostra disavventura, ma purtroppo dopo varie telefonate ci comunica di non essere riuscita a risolvere il problema e ci consiglia di contattare l'Ambasciata o il Ministero della Salute. Abbiamo provato a chiedere aiuto in qualunque modo, ci siamo rivolte perfino alle Iene e a Striscia la notizia, ma senza successo. L’unica soluzione è stata tornare a Barcellona per poter prendere la nave diretta a Porto Torres. Abbiamo acquistato i biglietti, prenotato una camera per la notte e fatto l’ennesimo tampone con il terrore che risultasse positivo e che all’imbarco ci respingessero ancora una volta".
"Per fortuna in Spagna non vivono la situazione Covid con lo stesso disagio e terrore dell’Italia e tutto è andato liscio. Dopo il check in, una volta a bordo della nave, entrambe siamo scoppiate a piangere, non so se per stanchezza o per felicità ma è stato un pianto liberatorio. Dopo un rocambolesco viaggio in nave per via di una mareggiata, sembrava proprio che l’incubo non volesse finire, siamo finalmente arrivate in Sardegna il 21 gennaio”.
Una brutta avventura che S. non vuole certo far passare inosservata.
“Non lascerò che tutto questo rimanga impunito, ma farò ricorso al Presidente del Consiglio Draghi (in fondo così mi è stato suggerito dall’operatore aeroportuale) perché quello che ho vissuto non debba più accadere a nessuno. Voglio ringraziare - conclude la ragazza - tutte le persone che mi son state vicine ma soprattutto Sardegna Live che mi ha permesso di poter condividere questa ingiustizia. Una domanda mi sorge davvero spontanea: ma noi sardi siamo italiani?".