PHOTO
Botta e risposta tra il leader di Unidos Mauro Pili e l’assessore della Sanità Luigi Arru in merito alla gestione e alle misure di sicurezza adottate da parte della Asl di Sassari per far fronte all'emergenza Ebola, a seguito del virus che ha colpito l'infermiere sassarese di 37 anni.
“Gestione da terzo mondo, senza mezzi e con un’improvvisazione da far rabbrividire. La gestione del caso ebola riserva fatti e responsabilità inaudite. La relazione in partenza dall’assessorato alla Sanità verso il ministero della Salute contiene elementi che in un qualsiasi stato di diritto porterebbero alla sollevazione immediata del responsabile di tali negligenze. Non solo non sono stati rispettati i protocolli ma dalla cronologia dei fatti emergono negligenze e responsabilità dirette della regione Sarda che ha più volte dichiarato che aveva messo a punto il sistema in modo impeccabile.
Mancava tutto per fronteggiare ebola. Non esisteva nessuna camera di isolamento attrezzata, anzi in quelle ore viene fatto un sopralluogo ed emerge non solo che la stanza non era isolata ma l'intera area risultava totalmente abbandonata e per niente funzionante. Non funzionavano le porte, gli ascensori portavano all’interno dell’area, non c’erano bagni efficienti e mancava l'acqua; non esiste un’area di decontaminazione dei medici e nella relazione emerge lo scandalo delle lenzuola che vengono di tutta fretta impregnate di varechina per allestire l'area di decontaminazione dei medici; i macchinari per le analisi vengono utilizzati per tutto il giorno per le urgenze e il personale senza alcuna protezione.”
L’assessore Arru si difende: “L’onorevole Pili, nella sua scriteriata e spasmodica ricerca di visibilità, non solo offende tutti i professionisti del sistema sanitario che qualifica declassandoli "da terzo mondo”, ma diffonde in maniera artefatta le informazioni rischiando di seminare il panico tra la gente in modo irresponsabile e senza nessuna etica”.
“E’ ora di smetterla di giocare a fare gli scienziati improvvisati. Ci troviamo davanti al primo caso in Italia di Ebola - afferma l'assessore Arru - dove il personale sanitario coinvolto ha agito seguendo un protocollo e operando con grande dedizione e coscienza, secondo regole e protocolli appositamente predisposti e osservati nella più totale trasparenza e in collaborazione con tutte le autorità sanitarie coinvolte: regionali, nazionali e internazionali”. Il titolare della Sanità sottolinea che per l’isolamento dei pazienti non fosse prevista una camera ma bensì due e che queste fossero adeguatamente funzionanti e attrezzate al momento dell’arrivo dell’infermiere colpito da Ebola.
Inoltre, quando l’onorevole Pili parla scandalizzato del locale rivestito di lenzuola zuppe di varecchina, ignora che fosse la stanza utilizzata per la svestizione degli operatori del 118, che hanno trasportato il paziente dalla sua abitazione sino al Palazzo di malattie infettive”. L’assessore Arru ha spiegato il motivo per cui l’ipoclorito di sodio non potesse essere versato sul pavimento. “Il liquido avrebbe potuto spargersi e disperdersi. La pratica di bagnare le lenzuola aveva proprio lo scopo di evitare la dispersione del liquido. Infatti, anche l’Aeronautica militare ha provveduto a sanificare l’ambiente di passaggio e permanenza del paziente affetto da Ebola utilizzando l’ipoclorito”. Per ciò che concerne l’analisi del sangue in laboratorio, il titolare della Sanità ha specificato come questa operazione sia avvenuta in un sistema chiuso che si sanifica automaticamente. “Per accertare comunque eventuali negligenze personali – ha concluso l’assessore Arru - è stata istituita una commissione d’inchiesta che sta verificando e valutando accuratamente l’intero iter. Le risultanze saranno tempestivamente comunicate all’assessorato”. Alla partenza del paziente inoltre, ribadiscono dall’assessorato, era presente solo personale sanitario autorizzato e nessun esterno.
E su questo ultimo punto Mauro Pili aveva puntualizzato: “Le immagini che hanno f