Passione, impegno, determinazione, tanti sogni realizzati e altrettanti da realizzare, per cui Andrea Piano, 35enne di Carbonia, sta mettendo tutto se stesso.

Laureato in Scienze della Comunicazione all’Università di Cagliari e grande appassionato di videogiochi, il talentuoso Andrea ha poi abbandonato la sua amata Sardegna per andare a Malta a studiare Digital Games Analisys, dove si è specializzato in creazione e analisi di videogiochi.

Per vicissitudini personali e amore per la sua Isola, è poi tornato in Sardegna dove ha collaborato con l’Ateneo di Cagliari in qualità di tutor e ricercatore autonomo. Ha poi intrapreso un percorso di ricerca in Olanda, dove ha collaborato con l’Università Utrecht, interfacciandosi con i professionisti locali. Ora è consulente per aziende italiane ed estere nell’ambito di videogiochi, libero professionista, design e progettazione, si interfaccia con diversi programmatori, ha fondato un’associazione, la “Sardinia Game Scene”, ha iniziato un dottorato alla Sapienza di Roma e da allora si dedica anche all’ecologia.

Il connubio videogiochi-ecosostenibilità è il principale ambito di cui Andrea si occupa attualmente e il suo sogno sarebbe realizzare in Sardegna ottimali condizioni di lavoro in questo campo così ricercato, “che fa storcere il naso a qualcuno quando ne parlo”, attraverso una rete di esperti che possano collaborare e vivere nelle stesse condizioni in cui vivrebbero all’estero, sia meritocratiche che economiche. “Nella nostra Isola ci sono tante potenzialità che non emergono o che non fanno rete”, afferma. Ma conosciamo meglio questo ragazzo dalle mille risorse.

Ciao Andrea e benvenuto su Sardegna Live. In cosa consiste il tuo lavoro?

“Ciao a tutti e grazie a Sardegna Live per questa intervista. Come hai già anticipato tu, sono un libero professionista specializzato in creazione e analisi di videogiochi, mi occupo di design e progettazione, mi interfaccio con i programmatori, 4 anni fa ho fondato, assieme al collega Francesco Laddomada, un’associazione, la ‘Sardinia Game Scene’, che è un network per creatori di videogiochi in Sardegna con lo scopo di divulgare la cultura del gioco nella nostra regione, dove è ancora abbastanza sconosciuta. Quando spiego che lavoro nell’ambito dei videogiochi, qualcuno storce il naso, pensando che magari stia tutto il giorno sul divano a giocare con l’XBox o con la Play.

Quando e cosa ti ha portato a fondare un’associazione?

“Quando sono tornato da Malta, ho incontrato un amico, Francesco appunto, che studiava nel mio stesso ambito e assieme abbiamo pensato che qui c’è tantissimo potenziale, numerose menti brillanti ma che ma tra loro non comunicano e nemmeno si conoscono. Mancava del tutto un ambiente stimolante costruttivo che invece si trova molto facilmente all’estero così, attraverso l’associazione, abbiamo creato occasioni di incontro, di collaborazione e di confronto.

“Quali sono le principali differenze che hai notato quando sei tornato in Sardegna, in merito al tuo lavoro?

“Partiamo con il presupposto che io amo con tutto il cuore la mia terra, quindi voglio assolutamente restare qui, ma vorrei anche vivere nelle stesse condizioni che vengono offerte all’estero, anche se mi rendo conto che è una vera e propria lotta con i mulini a vento a causa, purtroppo, di arretratezza mentale, paura, diffidenza verso il prossimo molto diffuse. Uno dei principali realizzatori di ‘Assassin’s Creed’ mi ha dedicato un’ora del suo tempo, domandandomi: ‘Cosa posso fare io per te per aiutarti nella tua ricerca?’. Tornare qui e accorgersi che, anche ponendoti con la giusta modestia, vieni preso sottogamba mentre i massimi esperti del tuo settore in altri Paesi ti trattano con rispetto, hai due strade: andartene per sempre dove sei pagato meglio, ti puoi togliere sfizi e soddisfazioni personali, oppure restare e lottare con i mulini a vento, come stiamo facendo io e Francesco”.

Da due anni ti occupi anche del connubio ecosostenibilità e videogiochi, in cosa consiste?

“Quando ho cominciato un dottorato sperimentale alla Sapienza di Roma incentrato sull’ecologia, che è ancora in corso e terminerò fra un anno circa, ho deciso di occuparmi di ecosostenibilità nei videogiochi. Attualmente collaboro con un gruppo di ricerca internazionale che comprende professionisti che fanno parte di aziende di grande spicco, come Microsoft e Ubisoft. Lo scopo è dimostrare che non siamo inermi davanti alla crisi ambientale e soprattutto sensibilizzare i colleghi a realizzare prodotti ecosostenibili, e i consumatori a farne maggiore uso. Poco tempo fa abbiamo pubblicato una sorta di wiki di buone pratiche per realizzare un videogioco in modo ecosostenibile, che riguarda il risparmio energetico, l’uso di risorse, tanti piccoli accorgimenti che fanno divertire il giocatore allo stesso modo mentre apprende tante informazioni utili. Attraverso la ricerca accademica siamo in pochi ad occuparci di questo campo, ma l’interesse sta crescendo sempre di più. Ma ripeto, sarebbe magnifico se si creasse una fitta rete in Sardegna e lavorare in condizioni ottimali in modo da creare un circolo stimolante e produttivo”.

Per realizzare queste condizioni di lavoro in Sardegna cosa si potrebbe fare?

“Noi di ‘Sardinia Game Scene’ crediamo fortemente nella grande potenzialità offerta da menti brillanti sarde, le basi per realizzarle ci sono tutte ma è necessario lottare per abbattere le barriere, aprire strade e costruire ponti anche con realtà internazionali, da cui io ho preso tantissimi spunti che poi ho portato qui. È necessario l’impegno da parte di tutti e pensare che, se desideriamo un ambiente ottimale, è fondamentale circondarsi di persone stimolanti: se tutte quelle che ci sono se ne devono andare all’estero, è ovvio che qui non cambierà mai nulla. Impegniamoci tutti quanti!

Noi ti auguriamo di realizzare tutti i tuoi sogni, Andrea, che sono anche i sogni di gran parte dei giovani sardi. Complimenti e auguri per tutto!