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Una storia infinita quella della scuola di via Zucca a Pirri, occupata abusivamente e abbandonata in modo “autonomo”, con un bonario invito, ed ora in fase di sgombero dai materiali lasciati in tutta fretta dagli ex “inquilini” abusivi che però, da giorni, ne reclamano la legittima proprietà. “Vorremo capire perché il Comune non ci abbia ancora consentito di recuperare i materiali che peraltro sono di nostra proprietà, al pari di indumenti e attrezzi da lavoro, e speriamo infatti di poter ritrovare nelle nostre stanze, così com’erano stati lasciati” afferma una ex occupante davanti ai cancelli sbarrati della scuola. Al suo interno, nel cortile, in via vai di un operaio con tuta proiettiva e mascherina dotata di filtri, intento a spostare grandi sacchi di masserizie.
La richiesta delle donne è accurata, e non si è fatta certo attendere, finendo però in un niente di fatto: “dentro all’ex scuola è vietato accedere, per la pericolosa presenza di colonie di ratti”, così come emerge dagli atti del Comune di Cagliari. Anche se è stato vivo il malcontento delle signore non appena hanno appreso che i loro oggetti sono stati portati via, depositati altrove, o buttati forse al macero.
“Tra essi anche delle canne da pesca, indispensabili per chi vive del proprio pescato”. Nel frattempo, il via vai delle operazioni di pulizia, procede a ritmo serrato nel cortile della scuola.
“Ho ritenuto giusto scrivere all’assessore e agli uffici competenti per saperne di più, anche su domanda della vice presidente Anna Puddu” afferma Marcello Polastri, alla guida della commissione comunale Patrimonio. Per il giovane Presidente Polastri, “è necessario offrire risposte ai cittadini tutti. E in tal senso a coloro che non hanno colpa alcuna, se non quella di aver rispettato le ordinanze regionali e comunali e che, dopo aver abbandonato lo stabile senza però portarsi appresso tutti gli oggetti ospitati al suo interno, sono rimasti in paziente e trepidante attesa di riavere i propri oggetti. Dunque, se hanno subito il torto che lamentano, a maggior ragione vanno aiutate”.
D’altronde queste persone chiedono il rispetto del loro diritto a riavere appunto utensili da lavoro e indumenti, anche per il cambio stagionale. Da qui la richiesta di Polastri “per una celere verifica delle procedure adottate, tra diritti, doveri e quindi di responsabilità, all’insegna della trasparenza”.