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È quasi tutto pronto a Cagliari per la Festa di Sant’Efisio, la città si prepara ad accogliere migliaia di persone tra turisti e devoti. Una ricorrenza, quella del primo maggio, che richiama l’attenzione e la partecipazione di tutti i cagliaritani e della Sardegna intera. Tracas, abiti tradizionali e cavalli sono quasi pronti per accompagnare il Martire Glorioso nel suo pellegrinaggio verso Pula. Quest’anno a fare da cornice a questo unico e meraviglio evento c’è una nota in più: infatti, il museo archeologico nazionale di Cagliari ha dedicato una mostra al Santo guerriero compatrono della città di Cagliari.
La mostra dal titolo Efisio. Martirizzato dai romani, santificato dai cristiani, venerato dai contemporanei" è stata inaugurata al museo Archeologico di Cagliari a metà aprile ed è stata curata personalmente dal direttore del Museo, dott. Roberto Concas, che attraverso una nota ufficiale ha spiegato il perché di questa delicata scelta: “Tra il fervore della venerazione per il Santo, il più ampio programma per il riconoscimento della Festa quale patrimonio culturale immateriale dell’UNESCO e la nascita di un cammino religioso, il Museo Archeologico nazionale di Cagliari ha ritenuto importante dare un proprio contributo, riconducendo le vicende del Santo al momento storico del martirio avvenuto nel 303 d.C., quando al tempo dell’imperatore Diocleziano il soldato Ephysius, venne mandato nella Kalares romana a combattere i cristiani. Rifiutando le vesti di persecutore, Ephysius, dopo la visione di una croce di cristallo che gli rimarrà tracciata nella mano, si convertì al cristianesimo e per questo venne condannato, fustigato e infine martirizzato in riva al mare a Nora nell’area dell’attuale Pula.”
Particolare rilevanza viene data alla figura e all’immagine di Sant’Efis, che mediante la scultura settecentesca dell’artista A. G. Lonis, condurrà il visitatore alla scoperta della Sardegna romana, dal 238 a.C., ossia quando si concluse la prima guerra punica. Infatti, Concas evidenzia l’importanza della figura del Santo in quel determinato contesto storico: Efisio è infatti l’unico che può raccontarci della Kalares del tempo, e sono i suoi occhi e il suo trasporto per la bellezza dei luoghi che ci raccontano di quanto osservava aggirandosi per gli stretti vicoli della città, disegnati dal sole sullo sfondo del mare. Il racconto di Efisio e gli approfondimenti dei numerosi ricercatori che hanno collaborato alla mostra scorreranno nell’allestimento museale tra le dee madri neolitiche, i bronzi nuragici, i guerrieri di Mont ‘e Prama, le stele puniche, i reperti romani, le prime tracce del cristianesimo, i bassorilievi bizantini dell’isola di San Macario (Pula), esposti per la prima volta al museo, per giungere infine tra gli abiti della tradizione popolare e i preziosi cimeli custoditi dall’Arciconfraternita del Santo.”
La mostra resterà aperta fino al 30 settembre 2018, dal martedì alla domenica, con orario continuato dalle ore 9.00 alle ore 20.00. Lunedì 30 aprile è prevista un’apertura straordinaria.