La politica isolana a caccia di un posto in Europa, ma i sardi, tra indecisi, euroscettici e appelli al non voto, domenica 25 maggio potrebbero disertare le urne. Penalizzati dall'accorpamento con la Sicilia - che ha il triplo degli elettori della Sardegna - nel Collegio Isole, i partiti sardi giocano la carta dei big per eleggere direttamente almeno uno degli otto rappresentanti assegnati alle due isole maggiori.

Tra i 19 candidati, infatti, compaiono il deputato di Fi ed ex sottosegretario alla Difesa, Salvatore Cicu; l'ex presidente della Regione Sardegna e patron di Tiscali, Renato Soru, per il Pd; Maddalena Calia per il Nuovo centrodestra, coordinatrice regionale del partito ed ex europarlamentare; Salvatore Deidda per Fratelli d'Italia, leader sardo di Fdi; infine per l'Idv il segretario regionale ed europarlamentare uscente Giommaria Uggias. Volto noto anche quello della cantante identitaria Elena Ledda, che corre con l'altra Europa con Tsipras, mentre Anna Maria Busia, avvocato di Cagliari, è l'unica capolista per Scelta Europea.

A dare battaglia anche il Movimento 5 stelle che sfida i big con due neofiti della politica scelti direttamente con le primarie sulla rete: Nicola Marini e Giulia Moi.

Assenti alle regionali 2014 per divisioni interne, i grillini rilanciano la sfida dopo l'exploit del 2013, quando il Movimento fondato da Beppe Grillo conquistò 275.241 preferenze e con il 29,73% divenne il primo partito nell'Isola. Oltre a guardarsi dall'offensiva del M5s, la politica "tradizionale" deve fare i conti con il crescente astensionismo che si è fatto sentire anche nelle Regionali di febbraio.

Da tempo ormai un sardo su tre sta disertando le urne e già nelle scorse consultazioni per l'europarlamento del 2009 poco meno del 60% degli elettori non era andato a votare (affluenza ferma al 40,9% con un calo del 33,6% rispetto al 2004, quando si recò ai seggi il 74,5% degli aventi diritto). In questa campagna elettorale non sono mancati i ricorsi: quello del Comitato per la tutela dei diritti dei sardi, che tra le altre cose chiede un posto di riserva per un candidato identitario, e dei Riformatori sardi che ritengono "inutile" la corsa alle Europee perché "è praticamente impossibile - affermano - eleggere un rappresentante sardo nel collegio unico con la Sicilia".

C'è anche chi, come Forza Italia, ritiene che bastino 70 mila voti per mandare il proprio candidato a Strasburgo, mentre lo sfidante del Pd dovrebbe raggiungere almeno i 120-140 mila voti. I seggi rimarranno aperti solo domenica dalle 7 alle 23, subito dopo comincerà lo scrutinio.