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"Battaglia navale" per le regionali tra Michela Murgia, scrittrice e candidata con la coalizione Sardegna Possibile, e Ugo Cappellacci, governatore che aspira al bis con il centrodestra.
La prima mossa non è F9 o H4. Lei gli aveva dato nelle scorse settimane dello "Schettino". E lui, tra le battute e le coriste che cantano e urlano alla trasmissione di Radio2 "Un giorno da pecora", oggi l'ha paragonata alla Concordia.
"Come stazza ci siamo", questo il commento. Il clima nazionale, dopo quello che è successo tra Grillo e Boldrini, è quello che è. Sono episodi molto lontani, eppure succede il finimondo. Quasi un maremoto di polemiche in salsa sarda: a pochi giorni dal voto la tensione è forte anche nell'Isola.
A soccorrere a sorpresa Michela Murgia con la ciambella di salvataggio arriva Silvio Lai, segretario del Pd, maggior partito della coalizione di centrosinistra che sostiene Francesco Pigliaru. "Battute sessiste - attacca - Cappellacci emula il peggior Berlusconi". E la scrittrice, impegnata a parlare del futuro della scuola sarda in un convegno a Cagliari, liquida la faccenda in due battute: "Non ho intenzione di interrompere per il cattivo gusto di Cappellacci".
Su Twitter, rispondendo a un follower, aveva fatto altrettanto. Come dire: meglio snobbare. "Ti stupisce? Lui ha pensieri un tanto al kilo. Noi abbiamo altri traguardi", scrive Michela Murgia nel tweet. Dall'entourage del governatore, però, arriva subito la replica: Cappellacci scherzoso sì, per stare al gioco dei due conduttori della trasmissione, ma l'accusa di sessismo, controbatte il portavoce di Cappellacci, Alessandro Serra, che cosa c'entra?
E giù un'altra bordata: "Il paragone è legato all'inchino agli armatori. Gli unici sessisti - queste le dichiarazioni del portavoce - sono i capibastone del Partito democratico che, con la complicità delle segreterie romane, hanno fatto fuori la Barracciu, scelta con il voto delle primarie, per sostituirla con un uomo".