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«Sono amareggiata per quanto appreso dalla cronaca in merito alle inefficienze del nuovo servizio di elisoccorso; voglio esprimere vicinanza per quanti non abbiano trovato in questo strumento, il servizio che avrebbe dovuto rivoluzionare la nostra sanità, costato già quasi tutti i 90 milioni preventivati fin dall’inizio». Queste le dichiarazioni dell’onorevole Emanuela Corda relativamente al servizio di elisoccorso.
«Un servizio che oltretutto, in alcuni casi, si sta sostituendo ad altri anziché supportarli. Fatti gravi che confermano quanto avevamo già segnalato in tempi non sospetti all’opinione pubblica e all’assessore Luigi Arru, attraverso l’accurata relazione del dottor Andrea Tirotto che evidenziava ogni criticità già dal mese di aprile; rilievi che lo stesso Arru liquidò con sufficienza, rifiutando ogni confronto, definendoli in modo offensivo “chiacchiere da bar, sintomatico di chi non conosce l’emergenza”».
In questi due mesi «si è assistito ad un uso propagandistico dell’affare elisoccorso e nonostante i protocolli di attivazione siano molto rigidi, l’alto numero degli interventi effettuati non può essere considerato l’unico parametro di efficacia per dimostrarne il successo, perché all’appello mancano ancora efficienza e sostenibilità, (ricordiamo, ragioni oggetto di un mio esposto alla corte dei conti) che rivendichiamo.
E’ inaccettabile che questo tema sia trattato con tale sufficienza. Perché nonostante si sia avviato il nuovo servizio, cosa di cui ci siamo sempre comunque rallegrati, pur strappandolo alla competenza ed esperienza dei vigili del fuoco e nonostante le ingenti risorse investite, ancora mancano le basi: non ci sono siti certificati Enac per gli atterraggi notturni, tanto più presso gli ospedali, esattamente come avevamo riferito, con l’unica eccezione di La Maddalena, recentemente adeguata a “sito di soccorso noto” ma non ancora certificata.
Le dichiarazioni del D.G. Areus Lenzotti hanno poi fatto emergere un fatto nuovo: non tutti i piloti sono abilitati al volo notturno; così, una missione che rischia di proseguire oltre le effemeridi (il tramonto che impone immediato atterraggio o divieto di decollo) non può cominciare, creando un vuoto di operatività che non ci saremmo mai aspettati.
Forse ci dovrebbe delle scuse, il dott. Arru, che in questa situazione dovrebbe riflettere sul proprio operato piuttosto che attaccare chi evidenziava le palesi criticità di un servizio prima ancora che fosse attivato».