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La quiete dopo la tempesta? No. Chi pensava che il tempo delle polemiche si esaurisse con lo sciogliersi della neve si dovrà ricredere. In Barbagia, nel centro Sardegna in generale, c’è ancora qualcuno che attende risposte e non è disposto a cedere di un millimetro.
Sono i sindaci e gli amministratori delle comunità travolte dall’onda d’urto del maltempo prevista in largo anticipo ma non prevenuta né tantomeno affrontata con efficacia. “Ci hanno lasciato soli ancora una volta”, denunciano in massa.
Virale è diventato lo scontro verbale fra il sindaco di Fonni, Daniela Falconi, e il responsabile della Protezione Civile regionale, Graziano Nudda, accusato di non aver fatto abbastanza per sostenere i Comuni nella loro strenua resistenza di fronte alla nevicata record che ha causato danni ancora tutti da calcolare al patrimonio zootecnico, alla viabilità, alle abitazioni dei centri di montagna di Barbagia, Ogliastra, Monteacuto e Gallura.
Proprio su questo punto, su Facebook, è nato un battibecco tra Daniela Falconi e il giornalista de La Nuova Sardegna Giampaolo Cassitta.
Motivo della disputa l’articolo dal titolo “Posso prendere le difese di Graziano Nudda, responsabile della Protezione civile regionale?”, diffuso dal canale Sardegna Soprattutto a firma di Giovanni Cardeu. Il pezzo, condiviso sulla sua bacheca dal giornalista Cassitta accompagnato dal commento “Sottoscrivo tutto”, sostiene le ragioni del responsabile della Protezione Civile in Sardegna: “Graziano Nudda è meglio dei tanti che l’hanno insultato – così Cardeu – Chi lo conosce sa quanto sia sotto piuttosto che sovra-esposto, quanto poco prepotente e spocchioso, quanto educato e a modo, garbato. Competente nel suo lavoro, con un percorso di studi serissimo e le altre esperienze fatte nella sua carriera con serietà riconosciuta, alta professionalità”.
E ancora: “Credo che abbia detto alla sindaca di Fonni che i Comuni non hanno fatto nemmeno loro tutto quel che avrebbero dovuto per prepararsi alla nevicata. […] E che torto avrebbe, sul merito, Nudda? Io penso che ne abbia di più la sindaca di Fonni. Se la Regione fosse impreparata a queste emergenze, perché non mette abbastanza soldi o visione programmatica e perché ha fatto confusione con l’ente intermedio, fra Comunità montane, Unioni dei Comuni, Province, ci sarebbe da chiedere conto più a lei che a Nudda”.
Prosegue l’analisi: “Daniela Falconi ha avuto un padre consigliere regionale e non dei meno influenti, una zia consigliera regionale di maggioranza negli anni di Soru, era lei stessa, Daniela, una papabile candidata alla giunta con Michela Murgia e poi lo è stata della corrente di Soru all’un posto o all’altro della Regione, perché la condizione di parente sembra essere oggi senza pudore anche nel Pd – dove la sindaca è tornata – un bel punto del proprio curriculum”.
“Ha avuto ospite nel suo Comune non molto tempo fa il presidente della Regione, Pigliaru […] e non risulta che il tema delle emergenze ambientali e della neve sia stato posto da qualcuno all’ordine del giorno. Ancora lei stessa […] ha avuto a che fare con milionate di euro, e prima dell’euro con miliardi di lire, per costruire impianti sciistici, a costi impressionanti rispetto al quasi nulla che ne è tornato in economia vera, con contributi agli hotel e agli imprenditori che ci hanno marciato”.
Conclude: “Fonni è sui giornali sistematicamente da anni, da decenni, i fonnesi rappresentati come costantemente in attesa della neve per “salvare” la stagione, dei soldi per un altro, ennesimo impianto. […] Sarebbe bastata una centesima parte dei quattrini andati in piani neve, impianti, hotel (quelli chius