“Sono madre di una ragazza con thalassemia mayor, ha 30 anni, e sono 30 anni che sensibilizzo alla donazione, ma in questo periodo la situazione è critica perché alcuni ragazzi si sono sentiti dire che la trasfusione non si poteva fare a causa della mancanza di sangue”. Inizia così il racconto di una mamma battagliera che ci racconta la sua lotta quotidiana, “sono già 2 volte che dicono a mia figlia ritorna tra un paio di giorni, non abbiamo sangue”, e come il silenzio del media “sia assordante” e faccia male.

“La necessità – ci piega - è quella di parlare perché il problema non è soltanto dei talassemici ma di tutti. Non è facile trovare qualcuno che ascolti il grido di aiuto che stiamo facendo e vivendo. Il grido di noi genitori impotenti. Come – domanda la signora – si può migliorare questa situazione?”.

La talassemia è una malattia ereditaria causata da un difetto genetico nella formazione dell'emoglobina. Dell’emergenza sangue ne abbiamo parlato con il Presidente Centrale di Thalassa Azione Ivano Argiolas.

 

Presidente, esiste un’emergenza sangue in Sardegna?

“In Sardegna non siamo autosufficienti e per questo siamo costretti ad importare, attraverso il sistema di compensazione nazionale, sangue da alcune regioni eccedenti come – per esempio – Lombardia, Piemonte e Veneto. Nell’Isola sono necessarie mediamente 110 mila sacche di sangue all’anno, ma riusciamo a raccoglierne solo 80 mila. Ne mancano all’appello 30 mila che sono quelle che ci arrivano da fuori Regione”.

Qual è la percentuali dei donatori in Sardegna?      

“Solo il 3% dei sardi è donatore di sangue, un buon dato che è anche superiore ad altre Regioni, ma con la particolarità tutta sarda in cui la popolazione è poca e i richiedenti di sangue sono molti tale percentuale è insufficiente alla copertura ordinaria. Ci basterebbe arrivare al 5% per essere totalmente autosufficienti e mettere finalmente la parola fine alla carenza sistematica che abbiamo sempre conosciuto.”

Chi sono i maggiori richiedenti di sangue?

“Sono le persone che hanno la talassemia che in Sardegna sono circa 1500 di cui circa 1000 trasfusione dipendente. La richiesta media di questa popolazione sarda ha bisogno ogni anno di circa 50 mila unità. Le altre 80 mila unità di sangue sono necessarie alle persone che devono affrontare un trapianto d’organo, ai malati tumorali di ogni età, agli anziani, a chi subisce un incidente, alle donne in caso di parto problematico, per tutti gli interventi chirurgici per i quali potrebbe essere necessario intervenire tempestivamente. Tutti gli ospedali sardi debbono poter contare sulla disponibilità di sangue senza doversi trovare nella condizione di lanciare appelli alla popolazione (lanciare appelli crea molta confusione e intasa i centri trasfusionali che non sono in grado di far fronte all’improvviso ad una mole sproporzionata di persone) o aspettare la generosità di altre regioni della penisola le quali non è detto che possano aiutarci."

Dove si può donare il sangue?

“Si può donare nei centri di raccolta sangue, centri trasfusionali o associazioni Avis. La Sardegna è molto ben coperta da questa rete di centri raccolta, ma ciò che manca ai Sardi è la consapevolezza di questa grave carenza cronica."

Secondo lei quali sono i motivi per i quali le persone non donano il sangue?

“Sono molti i motivi per i quali le persone non donano: paura, menefreghismo, ignoranza e solo in piccolissima parte motivi religiosi”.