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Ci sono stati diversi casi di positività tra il personale di Polizia Penitenziaria anche negli istituti della Sardegna?
“Sì, abbiamo avuto purtroppo alcuni casi di positività tra i nostri poliziotti, una percentuale fortunatamente più bassa rispetto alle altre Regioni della penisola ma senza dubbio una percentuale preoccupante. Ormai è sotto gli occhi di tutti che i contagi sono cresciuti a dismisura anche in Sardegna, ma per quanto riguarda gli Istituti Penitenziari non vedo particolari responsabilità da parte dell’Amministrazione rispetto alla prima ondata. In questo caso sono stati forniti infatti i dispositivi di protezione, sono stati assicurati i controlli della temperatura e nei luoghi di lavoro sono stati messi a disposizione i gel disinfettanti.”
Quali interventi sono stati messi in atto per scongiurare il propagarsi del virus?
“Intanto, in periodi in cui il virus non circolava in maniera consistente, unitariamente ed in sinergia con il Provveditore Maurizio Veneziano avevamo chiesto invano degli interventi all’assessore alla sanità e alle ASL competenti per sottoporre tutto il personale al test tramite tampone molecolare.
Di recente sono stati rilevati i primi casi di positività tra i nostri poliziotti di UTA cosi’ come è emerso da alcune testate giornalistiche, i positivi come da protocollo, sono stati sottoposti ai tamponi ed i contatti stretti in quarantena. C’era quindi la necessità impellente di sottoporre tutto il personale ai controlli per bloccare immediatamente la possibilità di trasmissione del virus. I tempi delle AASSLL erano troppo lunghi, bisognava intervenire subito ed e’ solo grazie allo spirito di sacrificio ed all’iniziativa intrapresa dal medico dell’Istituto che si occupa della Polizia Penitenziaria che sono stati effettuati centinaia di tamponi in pochissimo tempo. Questo ha permesso di bloccare sul nascere la propagazione del contagio e crediamo sia un chiaro segnale sulla necessità di avere un potenziamento incisivo dei servizi sanitari negli Istituti della Sardegna. Anche in altri Istituti si sono poi verificati dei casi, ed anche in questo caso la sinergia tra le OO.SS. le Direzioni e lo spirito collaborativo dei nostri Agenti ha permesso controlli a tappeto.”
Come rappresentanti dei lavoratori quali iniziative avete chiesto all’Amministrazione per fronteggiare questa seconda ondata?
“Intanto, rispetto alla primavera abbiamo avuto tempo per interloquire con il vertice regionale dell’Amministrazione, sia formalmente con richieste mirate a correggere alcune anomalie sia informalmente per analizzare e mettere in atto alcune proposte utili a garantire un adeguata sicurezza lavorativa. Posso affermare senza paura di smentita che tutti i rappresentanti sindacali stanno dimostrando grande senso di responsabilità e le azioni unitarie lo dimostrano. A volte svolgiamo un lavoro oscuro e poco pubblicizzato ma non smettiamo di fornire degli input ai vertici dell’Amministrazione ed a denunciare le anomalie anche in maniera informale. Per ultimo ci apprestiamo ad analizzare ed approvare il nuovo protocollo di intervento regionale per il contrasto al virus in sede di riunione sindacale che si terrà in videoconferenza giovedì. Se questa volta però non possiamo eccepire sulla tempestività con cui l’Amministrazione sta rispondendo alle nostre sollecitazioni, ci preoccupa e non poco l’inerzia dimostrata sinora dall’Assessore e dei vertici delle ASL che non hanno mai riscontrato le copiose richieste sindacali, tantomeno (ci risulta) quelle altrettanto copiose delle Direzioni e del Provveditore.”
A vostro avviso ci sono o ci potranno essere delle responsabilità delle Istituzioni extra penitenziarie?
“Speriamo che la situazione possa sempre rimanere sotto controllo come lo è attualmente, speriamo che le persone che hanno buona volontà possano continuare ad ovviare all’inerzia della politica, ma bisogna ricordare che il carcere è un “istituzione totale”, garantire la salute è direttamente proporzionale al mantenimento della sicurezza, se dovessero verificarsi eventi gravi, le responsabilità verranno certamente individuate. Ci sono addirittura degli Istituti dove non sono mai stati effettuati dei controlli, caso emblematico l’Istituto di Lanusei situato in una zona dove i contagi aumentano in maniera esponenziale.”