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Ieri i primi cittadini della Sardegna si sono ritrovati a Esporlatu per esprimere la piena solidarietà al Sindaco Franco Furriolu, vittima nei giorni di un atto intimidatorio, agli amministratori e all’intera comunità.
Un’Assemblea che ha unito tutti sotto un’unica voce: dire basta alle intimidazioni.
Come ha rimarcato in un post il Presidente di Anci Sardegna, Emiliano Deiana, «Ci sono due delle vittime delle intimidazioni, gli amministratori colpiti e la comunità degli onesti, entrambe colpite dalla violenza di poche persone.
Nulla giustifica la violenza: nulla. Se siamo andati a Esporlatu lo abbiamo fatto perché chi come me ha una lunga esperienza amministrativa ricorda che nel Goceano sono avvenuti, negli ultimi anni, gli atti più violenti ai danni degli amministratori e delle comunità. Siamo andati ad Esporlatu perché in quella geografia del Goceano ci si trova in una difficoltà economica, sociale, culturale maggiore che altrove».
«La comunità degli onesti del Goceano – aggiunge – non ha nulla da temere dalla richiesta che avanzeremo al Ministero dell’Interno di una maggiore presenza di forze dell’ordine sul territorio. Il regalo che il Goceano ebbe all’indomani dell’attentato al sindaco di Bultei Francesco Fois fu la chiusura dei presidi di Burgos e Nule. Noi chiederemo la riapertura e il rafforzamento dei presidi necessari nell’area del Goceano».
Per il Sindaco di Bortigiadas «con la sola polizia non si fa sicurezza. Noi chiediamo che si definisca, in pochi giorni, il Piano di Sviluppo Locale del Logudoro-Goceano al fine di costruire un programma pluriennale di intervento con investimenti massicci nell’area. Il buon padre di famiglia quando uno dei suoi figli è in difficoltà lo aiuta con maggiore vigore».
A suo modo di vedere «Servono interventi sulla mobilità, investimenti in cultura, in formazione, in cultura d’impresa, in istruzione, in agricoltura di qualità, in ambiente e tutela del territorio. Infine, ma non per ultimo, vogliamo che il Consiglio Regionale inizi e termini l’iter per definire lo status degli amministratori locali: dal punto di vista indennitario, previdenziale, dell’agibilità democratica, dei poteri e del loro effettivo esercizio».
«In questo contesto, però, anche noi amministratori dobbiamo fare la nostra parte: non sentirci “unti dal signore”, non pensare di avere sempre la verità in tasca, non pensare che l’isolazionismo sia un valore, dobbiamo, al contrario, pensare - come dice il Codice Europeo delle autonomie - che la collaborazione sia un diritto e non un dovere e il diritto lo si esercita sul livello territoriale».
«Noi amministratori – rimarca Deiana – dobbiamo avere cura della Parola; pensare che ogni verbo che pronunciamo ha un peso specifico maggiore rispetto ad altri: nel bene e, peggio, anche nel male. Dobbiamo riprendere ad avere cura delle parole; avere in bocca e nel cuore parole buone; pensare che l’azione di rammendo nel cuore delle comunità sia più importante di quella di distruzione di ciò che altri hanno fatto».
«Bisogna costruire percorsi di pace e di riconoscimento dentro le comunità; perché la pace non è semplice assenza di guerra. La pace è una scelta irreversibile: dei singoli, delle comunità. Ringrazio – conclude – tutti i sindaci intervenuti. Un caro abbraccio a Franco Furriolu e alla sua amministrazione. Un ringraziamento speciale al vescovo Don Corrado per le parole di conforto e alla minoranza consiliare di Esporlatu per le parole distensive che ha voluto pronunciare oggi e che varranno anche per il domani».