1)      Un anno fa esce la sua autobiografia. Perché avverte la necessità all’età di 60 anni di mettersi a nudo?

Per raccontare una serie di cose anche a me stesso. Per mettere un punto, infatti non è un caso che la biografia si fermi al 2002. Racconta di situazioni già sedimentate, non ho parlato delle cose più recenti proprio per quello. E poi fondamentalmente perché scrivere fa bene.

 

2)      Due volte vincitore di Sanremo, nel 1987 e nel 1993. I pro e i contro del Festival.

Tutto avviene rapidamente, quindi già questo è un pro e un contro. Da un lato comunque ha segnato momenti anche importanti della mia carriera, per contro Sanremo è anche molto bruttale. È un meccanismo a volte spietato, io ne sono sempre uscito indenne, però è un meccanismo complicato Sanremo.

3)      Viene definito un uomo con la schiena dritta. Spesso poco diplomatico. Questo suo carattere ha ostacolato la sua carriera?

Molto, soprattutto in anni nei quali essere allineati era indispensabile. Chi mi segue sa che dico sempre ciò che penso,. Tutto sommato ci sono stati sicuramente molti svantaggi, ma anche grossi vantaggi.

4)      L’album o il singolo a cui è più legato?

Dei miei? È difficile.  Mi sembra che gli ultimi: Frankenstein e i 2 con i Decibel siano di qualità superiore.

5)      Torna in Sardegna dopo un anno, ha un legame speciale con quest’isola?

Sì, devo dire di sì. Qui c’è gente che capisce molto di musica. Non è un caso che “gli eroi”, il personaggio di moda in Sardegna funzioni poco. Qui funziona la sostanza, funzionano persone che fanno i concerti realmente dal vivo. È un pubblico molto competente capace di scegliere la qualità.

6)      Cosa pensa dell’Italia di oggi?

È un paese molto intransigente, molto violento e il web accresce questa violenza. È troppo intollerante sulle opinioni altrui. È un paese alla ricerca di un’identità e soprattutto di un ruolo, perché per troppo tempo è stato in ginocchio di fronte all’Europa.  

7)      Tre aggettivi per descriversi.

Curioso, bastiancontrario e provocatore.