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Ieri a Cagliari l’équipe del Centro trapianti di fegato dell’ospedale “G. Brotzu”, diretta dal dottor Fausto Zamboni, ha eseguito, per la prima volta in Sardegna, un trapianto di fegato diviso (split liver).
L’associazione di trapiantati Prometeo AITF Onlus accoglie con grande soddisfazione la notizia sia perché tale intervento ha consentito di salvare non una ma due vite, sia perché si tratta di una tappa cruciale per la storia dei trapianti nell’Isola, cominciata negli anni Ottanta ma per quanto riguarda i trapianti di fegato iniziata solo 12 anni fa.
Il fegato è stato donato da un uomo deceduto presso l’ospedale “SS. Annunziata” di Sassari che, con il suo sacrificio, ha consentito di salvare una donna, operata a Cagliari, e un bimbo, operato a Bergamo, dove – a differenza del capoluogo sardo – possono essere eseguiti anche i trapianti pediatrici. Finora Cagliari non era attrezzata neppure per eseguire il trapianto split che, in base alle nuove direttive del Centro nazionale trapianti, deve essere eseguito per i fegati di donatori entro i 50 anni di età: questo, in passato, ha fatto sì che l’Isola abbia dovuto “cedere” ad altre regioni alcuni fegati. Ora, però, grazie all’arrivo di altri due medici al Centro trapianti del “Brotzu”, anche Cagliari – e, quindi, la Sardegna - sono in grado di eseguire questo intervento.
La svolta è stata possibile grazie all’intervento della Regione, in particolare dell’assessore alla Sanità Luigi Arru, che ha consentito l’incremento della dotazione organica del Centro trapianti, accogliendo le richieste da tempo avanzate da quest’ultimo e dalla Prometeo.
Alle istituzioni regionali è, pertanto, rivolto il primo ringraziamento dell’associazione per voce del suo presidente Giuseppe Argiolas: «Assessore Arru, Lei ci ha ascoltato quando le abbiamo fatto presente quanto fossero necessarie le due figure professionali che mancavano al “Brotzu” e questi sono i risultati: un grande successo della Sanità sarda e di questo ospedale, che si conferma struttura di eccellenza. Come associazione di pazienti siamo entusiasti di questo risultato. Nella sanità contano i fatti e questi sono fatti: quasi 90 trapianti di fegato realizzati in un anno, anche grazie all’introduzione di un nuovo metodo».
Dall’Assessore e dalla Regione, però, l’associazione attende ancora qualche risposta, in particolare sulla questione del Coordinatore del Centro regionale trapianti (CRT): restano, infatti, ancora irrisolti i problemi che impediscono al dott. Lorenzo D’Antonio, nominato in questo ruolo mesi fa, di poter effettivamente esercitare le sue funzioni. La Sardegna sta già lavorando molto bene e lo staff del CRT - a partire dalla responsabile pro tempore, la dott.ssa Francesca Zorcolo - sta comunque svolgendo un lavoro egregio: lo attestano anche i dati ufficiosi del 2016 che, rispetto allo scorso anno, evidenziano un aumento dei trapianti complessivamente realizzati e una notevole riduzione delle opposizioni alla donazione. Tuttavia, se noi sardi vogliamo raggiungere ulteriori traguardi, anche questo ostacolo deve essere superato.
Per l’associazione e il presidente Argiolas, però, «il grazie più grande va a tutti gli operatori sanitari intervenuti per questa donazione e questi due trapianti, ma soprattutto al donatore e alla sua famiglia». Ai due trapiantati, inoltre, la Prometeo rivolge i suoi calorosi auguri per una buona nuova vita.