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Un cittadino marocchino, A.A, 38enne, è stato espulso oggi dal territorio nazionale. L’uomo, detenuto per reati contro la persona e per droga, è stato scarcerato e accompagnamento alla frontiera.
Era arrivato in Italia nel 2000, entrato eludendo i controlli di frontiera.
Nel 2002 era stato denunciato per detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio, mentre nel 2003 arrestato a Brescia per omicidio volontario e condannato con sentenza della Corte d’Appello di Brescia a scontare una pena di 15 anni.
Era arrivato a Oristano nel gennaio 2015. Nel corso della detenzione il marocchino ha dimostrato un comportamento lineare, tanto che il Tribunale di Sorveglianza gli ha concesso il beneficio dell’affidamento in prova ai Servizi Sociali, presso la Comunità “Il Samaritano”, sita in Arborea.
Lo straniero ha però nuovamente violato la legge non rispettando le prescrizioni della sentenza. Frequentava pregiudicati e guidava senza patente. Pertanto è stato riassociato alla casa Circondariale, dove ha manifestato a più riprese il suo fervente attaccamento alla fede islamica, proponendosi come guida spirituale nella preghiera dei detenuti musulmani, manifestando adesioni all’ideologia jihadista e proferendo generiche frasi di minaccia contro i cittadini italiani. Nel gruppo dei suoi adepti vi era anche il cittadino pakistano espulso lo scorso 15 marzo per analoghi motivi.
Durante il periodo detentivo, il suo processo di radicalizzazione si è accentuato in maniera esponenziale tanto che il cittadino marocchino ha avuto anche una trasformazione estetica facendosi crescere la barba rasandola all’altezza dei baffi e procurandosi una netta cicatrice frontale, nota tra i salafiti come “zabiba”, a causa di rituali di preghiera.
Per questi motivi, la Polizia ha dato tempestivo adempimento al decreto di espulsione del Prefetto di Oristano e all’ordine del Questore, con accompagnamento coatto alla frontiera.