I militari del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Oristano hanno scoperto una maxi evasione da 82 milioni di euro che ha portato alla denuncia di sei personale. 

Le indagini, durate oltre un anno, che hanno interessato le province di Cagliari, Oristano e Pavia, si sono concentrate sulla vendita, avvenuta nel 2012, di una importante azienda sarda, attiva nel settore della fabbricazione di componentistica industriale. La Procura di Cagliari ha delegato complesse attività istruttorie, che hanno coinvolto anche l’hinterland milanese e piacentino, all'esito delle quali, hanno spiegato i finanzieri, sono state confermate tutte le ipotesi di reato nei confronti dei soggetti denunciati.

I fatti oggetto di indagine, ancorché risalenti negli anni, sono stati approfonditi in tempo utile per sfuggire agli effetti della prescrizione. "I soci dell’azienda (tra i più importanti imprenditori isolani) hanno venduto l’intero pacchetto azionario a una multinazionale britannica, che lo ha acquistato, tramite una sua società controllata con sede a Milano, a un prezzo di oltre 82 milioni di euro. Il meccanismo dell’evasione fiscale, abilmente scovato dai militari, è stato reso possibile grazie a una perizia da rivalutazione quote predisposta per stimare il valore della società. Essa è stata redatta inserendo valutazioni gonfiate e faziosi errori di calcolo, al fine di annullare la plusvalenza, derivante dalla differenza tra il valore rivalutato grazie alla perizia e quello di vendita", hanno riferito i militari.

Infatti, hanno sottolineato i finanzieri, "il valore finale della perizia, attribuendo artatamente un indebito premio di maggioranza non spettante di circa 30 milioni di euro e duplicando nei calcoli un valore da 9 milioni di euro diede un risultato complessivo di 82 milioni, perfettamente uguale a quello di vendita, anziché quello veritiero di 42: in tal modo è stata annullata la reale plusvalenza emersa di circa 40 milioni. Tale abnorme sopravvalutazione del valore delle quote ha permesso dunque alle persone fisiche che cedettero il 100% delle quote di azzerare completamente la plusvalenza da cessione, assoggettabile ad aliquota del 20%, derivante dalla differenza tra il valore di vendita e quello rivalutato. Dall'annullamento della plusvalenza fraudolentemente occultata, anche se effettivamente conseguita ma celata al Fisco grazie alla perizia “truccata”, è derivata un’evasione fiscale colossale".

Pertanto, parallelamente all’indagine penale, i militari del Comando Provinciale di Oristano, traslando le risultanze giudiziarie ai fini economico-finanziari, hanno effettuato 6 verifiche fiscali nei confronti delle persone fisiche che avrebbero conseguito la plusvalenza senza sottoporla a tassazione, constatando complessivamente l’omessa dichiarazione di 82 milioni di euro, da cui deriva un’evasione di circa 16 milioni di reddito non dichiarato.