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Era il 3 dicembre 1992 quando un ingegnere britannico, Neil Papworth, inviò il primo short message service della storia da un computer ad un cellulare su rete gsm. Il testo del messaggio era “Merry Christmas”. La straordinaria diffusione di questo servizio, come principale sistema di comunicazione, affonda le radici nei ritmi che la vita di oggi ci impone. Poco tempo per ogni cosa e, quindi, poco tempo da dedicare a lunghe telefonate. L’sms ha il pregio di avere costi bassissimi e di rendere la comunicazione “asincrona”, cioè posticipare la lettura e la riposta in un qualsiasi momento successivo alla ricezione.
A distanza di circa vent’anni l’sms è stato detronizzato e superato e oggi si configura come una vecchia funzione sostituita da nuove diavolerie come app, whatsapp e quant’altro. Infatti, nel 2012 sono stati scambiati 19 miliardi di messaggi chat al giorno, mentre gli sms si sono fermati a 17,6 miliardi. Con un telefonino intelligente soprannominato smartphone, la cui caratteristica è una connessione internet veloce e decine di applicazioni per gestire l’inverosimile, è possibile scambiare brevi messaggi utilizzando il servizio chat, che ha il vantaggio di essere gratuito e di permettere che il dialogo, a differenza dell’sms, avvenga in tempo reale.
Il primo smartphone, chiamato Simon, fu progettato dalla IBM nel 1992. I blackberry sono considerati i primi smartphone ad essersi affermati su scala internazionale, mentre a partire dal 2007 la Apple ha cambiato il mercato con il suo iPhone che ha conferito notevole impulso al commercio dei “telefonini intelligenti” stimolando la concorrenza.
I dati rilevati nel secondo trimestre 2013 dallo studio dell’Agcom attestano definitivamente il sorpasso e la crescita dei messaggi scambiati con le app e pongono Android al top. La sola Apple ha dichiarato che il suo iMessage è usato per 2 miliardi di messaggi al giorno, mentre WhatsApp arriva a 20 miliardi. Lo studio registra il calo degli sms (-10%) a vantaggio delle chat il cui traffico dati, dall’inizio dell’anno, è cresciuto del 33%. Questo nuovo modo di vivere il cellulare ha generato un incremento degli abbonamenti (+1,79 mln) e una conseguente flessione negativa delle ricaricabili (-1,46 mln).
Il cellulare è diventato lo strumento principale della nostra vita quotidiana e sembra ormai impossibile farne a meno appena varcata la soglia delle scuole elementari, se non prima. Quasi tutti ne possiedono uno e alcuni anche più di uno. Ma c’è stato un tempo in cui questa bramosia di comunicare, oggi soddisfatta completamente dai nostri telefonini intelligenti, era difficile anche da immaginare. Era il 1968, l’uomo non era ancora arrivato sulla luna, non esistevano i cellulari, la tv per i fortunati che la possedevano era in bianco e nero con uno o due canali e avere un telefono in casa era un lusso di pochi. In questo contesto uscì nelle sale il film “2001 Odissea nello spazio”. Quarantacinque anni dopo il film sembra vivere di vita propria e non risulta invecchiato di un solo giorno ma soprattutto contien