“Il senso del padiglione della Sardegna è totalmente basato su qualità e sostenibilità, sulle eccellenze ambientali e dell’innovazione legata alla tradizione e sulla nostra grandissima capacità di riciclare materiali di ogni tipo”.

Così il presidente della Regione Francesco Pigliaru, ieri pomeriggio, all’inaugurazione dello spazio isolano a Expo 2015.

“La poseidonia diventa un pannello per l’edilizia, lo stesso capita per la lana di pecora e persino per le bucce di pomodoro – ha continuato il presidente – i residui della lavorazione del vino e della birra si trasformano in pavimenti e materiali utili nonché esteticamente bellissimi. Expo ci consente di avere molta visibilità e di aprirci ai mercati: è arrivato il momento di far conoscere la Sardegna al mondo, e siamo qua per questo”.

Alle 14 di ieri nel Cardo nord, di fianco al Padiglione Italia, erano presenti il vicepresidente Raffaele Paci, gli assessori dell’Agricoltura e dell’Industria, Elisabetta Falchi e Maria Grazia Piras, e del Turismo, Artigianato e Commercio, Francesco Morandi. “Anziché tagliare il nastro, abbiamo tessuto relazioni: oggi è stata proseguita la simbolica costruzione del social carpet che lega l’Isola al resto del mondo e con tutti i visitatori del padiglione – ha detto Morandi – L’allestimento rappresenta le eccellenze e la sostenibilità, tutti i materiali utilizzati sono ecosostenibili e saranno riciclati e ricollocati. L’arazzo di cibo, che è stato interamente consumato, infine, rilancia la qualità delle produzioni agroalimentari legate profondamente all’identità regionale attraverso la forma della tradizione: così abbiamo raccontato in modo innovativo la nostra qualità della vita”.

“Expo è la vetrina migliore dove raccontare la Sardegna del cibo di qualità, della longevità, della tradizione e della ricchezza ambientale, che fa della nostra Isola un continente a se stante rispetto al resto delle regioni italiane – ha osservato Falchi – Con l’esposizione milanese riusciremo ad avvicinare i nostri territori, dalle zone costiere all’entroterra, a milioni di persone che ancora non ci conoscono”.

Sino al 17 settembre i visitatori, presenti in grande numero sin da questo pomeriggio, vedranno uno spaccato fortemente caratterizzante della Sardegna. Davanti all’ingresso sono state poste due attrazioni unite dal tema del tappeto tradizionale: social e food carpet. Gli ospiti sono invitati a diventare tessitori, a realizzare un tappeto senza telaio e senza trama, esclusivamente con le mani e le modalità di intreccio ‘primitive’. Il social carpet così creato simboleggerà il tessuto sociale di collaborazione e di pace, il legame spesso indissolubile della Sardegna coi suoi visitatori. La base attorno a cui si sviluppa la trama è la lana di pecora, a rappresentare l’anima produttiva, storica e alimentare sarda. Si aggiungeranno terra cruda, paglie vegetali, lana di mare e semi. La lavorazione, iniziata il 3 settembre in Sardegna, proseguirà a Milano in tutta la settimana di protagonismo dell’Isola, per poi tornare ‘a casa’, dove la tessitura si concluderà. Un secondo tappeto ha soddisfatto vista e gusto dei turisti: il food carpet, ideato dallo chef stellato Roberto Petza. Un menù completo steso su un tavolo è stato servito con tutte le pietanze, dall’antipasto al dolce, e composto con tante piccole portate a disegnare e riprodurre scenicamente i tessuti della tradizione artigiana.

All’ingresso campeggia il brand ‘Sardegna Endless Island’, la facciata e il portale sono arricchiti con i caratteri ‘dingbat’, elementi grafici simbolo della sardità che richiamano il tappeto. Subito dopo, l’atrio di mediazione presenta una concettualizzazione del mare: elementi appesi al soffitto si offrono come cascate in un contesto con pannelli fotografici e pareti retro illuminate, paesaggi costieri da attraversare. Una volta sbarcati in Sardegna si è investiti dall’opera della natura e dell’uomo,