27 milioni di euro è quanto valgono le vendite dei prodotti sardi sul mercato cinese. Sono questi i dati, rilevati dall’Osservatorio per le micro e piccole imprese di Confartigianato Imprese Sardegna, dell’export dei manufatti che dalla Sardegna arrivano in Cina, relativi agli ultimi 12 mesi su fonte Istat.

“Questa analisi ci dice come la strada che è stata promossa dall’Amministrazione Regionale per incentivare le esportazioni e far crescere le imprese, sia indubbiamente quella giusta – ha dichiarato Antonio Matzutzi, Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – soprattutto per le piccole imprese che Confartigianato rappresenta. La nostra Associazione da tempo supporta le aziende dell’agroalimentare, dell’artigianato tipico e tradizionale, ma anche delle costruzioni, nella loro attività di sviluppo e approfondimento degli aspetti commerciali e del marketing per l’internazionalizzazione”.

Tra le produzione sarde più richieste dai cinesi, quelle in legno e sughero, seguiti dagli articoli in paglia e materiali da intreccio, dai prodotti in metallo, dagli alimentari e dalle bevande, dalle produzioni della metallurgia e dagli allestimenti di mezzi da trasporto.

Di questi oltre 16milioni di euro di prodotti sono stati prodotti in provincia di Cagliari, più di 5milioni in quella di Sassari, 3,6 milioni nel Sud Sardegna, 1,3 a Oristano e solo 409mila euro in quella di Nuoro.

Per quanto riguarda l’export, il totale delle esportazioni ammonta a 7 milioni di euro, pari al 26,9% dell'export manifatturiero totale. Tra le micro e piccole imprese, primeggiano le vendite di Sassari (5milioni), seguita da Oristano con 1,2 milioni, Cagliari con 800mila, il Sud Sardegna con 200mila e Nuoro con soli 19mila euro.

“Gli imprenditori della nostra Isola dimostrano di non arrendersi alla crisi e si gettano sui mercati internazionali – ha concluso Matzutzi – aprirsi a una platea enorme e in crescita, anche se complicata come quella cinese, ma che offre prospettive di grande livello per il made in Sardegna di qualità, fortemente apprezzato dagli acquirenti cinesi, è l'unica arma a disposizione delle piccole aziende sarde”.