Le associazioni ambientaliste hanno dichiarato guerra alla fabbrica di bombe Rwm di Domusnovas, con un ricorso al Tar della Sardegna che punta a bloccare il progetto di ampliamento presentato dalla società.

La variante, stando alle stime, consentirebbe all'impianto di raddoppiare la sua produzione. Per questo le associazioni hanno deciso di ricorrere alla giustizia amministrativa e, assistiti dagli avvocati Andrea e Paolo Pubusa, chiedendo la sospensiva del procedimento di autorizzazione avviato dal Comune di Iglesias nel cui territorio ricade l'ampliamento.

Secondo i ricorrenti, l'impianto e le sue nuove strutture non sarebbero mai stati sottoposti alle procedure di Via (valutazione di impatto ambientale). Inoltre, la fabbrica non avrebbe il piano d'emergenza previsto dalle norme. L'ultimo risalirebbe al 2012 quando l'industria era della Sei e produceva dinamite per uso civile. Questi i due principali aspetti del ricorso, cui hanno aderito Italia Nostra, il Comitato di riconversione Rwm per la pace, l'Unione sindacale di base, l'Arci Sardegna, l'Assotziu consumadoris Sardigna onlus Legambiente Sardegna, il Centro sperimentazione Autosviluppo. "Quello che ci preoccupa di più sono gli aspetti ambientali: la fabbrica e' ad altro rischio ma non e' mai stata assoggettata alla Via", ha sottolineato Graziano Bullegas di Italia Nostra, stamane nel corso di un incontro tra legali e i rappresentanti delle associazioni ricorrenti. Una riunione per fare il punto su quanto fatto, e durante la quale sono stati ricordate tutte le norme che contrastano l'attivita' della Rwm: "Prima di tutto", hanno rimarcato gli avvocati Andrea e Paolo Pubusa, l'articolo 11 della Costituzione, cosi' come la legge 185 del 1990, che proibisce esportazione e transito di armi verso i Paesi i cui governi sonno responsabili di gravi violazioni delle convenzioni internazionali poi il Trattato Onus del 2013 sul commercio delle armi".