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“Garanzie sul finanziamento delle prestazioni sanitarie per l’accesso alle tecniche di procreazione medicalmente assistita”.
È questa la richiesta del gruppo dei Consiglieri regionali dei Progressisti che hanno presentato un’interrogazione per, spiegano, “Per fare il punto sugli interventi organizzativi messi in atto dalla Regione per realizzare centri autorizzati anche in Sardegna che per garantire risorse per le coppie che attualmente si rivolgono ai centri operativi fuori dall’Isola”.
“L’accesso alle tecniche di Pma di tipo eterologa, il cui divieto previsto dalla legge 40/2004, – spiegano i Progressisti – è stato dichiarato incostituzionale dalla sentenza n.162/2014 della Corte Costituzionale, non è ancora possibile nei centri dell’Isola. Nella scorsa legge di stabilità sono stati stanziati 350mila euro per assicurare l’accesso alle tecniche di PMA di tipo eterologa alle coppie residenti in Sardegna, purché di età inferiore a 46 anni, presso strutture pubbliche e private accreditate in ambito nazionale e internazionale”.
“Ora – aggiunge il capogruppo Francesco Agus – occorre monitorare i risultati e la congruità dello stanziamento e assicurare stabilità pluriennale alla misura fino a che non sarà possibile accedere a queste prestazioni sanitarie anche nell’Isola. Per questo è necessario garantire, ed eventualmente incrementare, le risorse anche nella finanziaria che a breve verrà esaminata dal Consiglio regionale.”
“Il nostro Paese – sottolinea – sconta un gap con il resto d’Europa causato dagli effetti della L. 40 che prima di essere stroncata dalla Consulta ha rappresentato per oltre dieci anni un ostacolo insormontabile per il diritto alla genitorialità di molte coppie. Dal 2018 le tecniche di PMA di tipo eterologa e la diagnosi preimpianto, fondamentale in particolare quando gli aspiranti genitori sono persone di età superiore a 45 anni, sono state inserite nei Livelli essenziali di assistenza”.
“La popolazione della nostra Regione è, da anni, in costante decrescita mentre è in aumento l’età media dei suoi abitanti – ha aggiunto Agus -. Un approccio sistemico ai fenomeni dello spopolamento e della denatalità necessita di interventi immediati anche sul fronte della parità di accesso ai trattamenti di fecondazione assistita all’avanguardia.
“Con le risorse stanziate nella scorsa legislatura (Lr. n.48/2018 art.8 c.23) – conclude Agus – la Regione ha fornito un supporto alle spese sostenute dalle coppie che si rivolgono nei centri nazionali, ma spesso anche all’estero, in particolare verso i centri specializzati in diagnosi preimpianto. Ci auguriamo che queste necessità vengano prese nella giusta considerazione e si lavori al fine di evitare quanto prima il ricorso ai trattamenti fuori dall’Isola gravosi per le persone e onerosi per le finanze pubbliche”.