Celebrazioni e momenti di riflessione. Interventi politici e analisi statistiche. Condanne e polemiche. Lunedì 25 novembre si rinnova l'appuntamento con la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, che torna col suo carico di attesa e speranze, spesso accompagnate alla frustrazione per i risultati insufficienti e per una battaglia i cui numeri sono ancora una volta impietosi.

I DATI DRAMMATICI

Nonostante le campagne di sensibilizzazione e le iniziative legislative a livello globale, i dati continuano a evidenziare una realtà drammatica: donne che subiscono abusi fisici, psicologici, economici e, nei casi più estremi, perdono la vita a causa della violenza di genere.

Quella di domani sarà una ricorrenza urgente, necessaria, ma anche dolorosa poiché accende i riflettori su un'emergenza ben lontana dall’essere risolta. Le promesse di politiche incisive si infrangono ancora contro la mancanza di risorse adeguate o la resistenza culturale che continua a generare una sconvolgente strage. Nonostante l'aumento delle risorse destinate alla prevenzione e il crescente impegno istituzionale, il numero di donne uccise, soprattutto in ambito familiare e affettivo, resta allarmante. Le dinamiche di possesso e gelosia emergono come motivi principali di questi crimini.

In Italia, nel 2024, 99 donne hanno perso la vita per mano di familiari, partner o amici.

I delitti si sono consumati soprattutto nelle regioni del centro, mentre diminuiscono al nord e soprattutto al sud. Cresce il fenomeno nei comuni con meno di 5mila abitanti e crescono i delitti di donne che hanno più di 65 anni. I dati emergono dall'XI Rapporto Eures. Sale il numero di autori under 25 (12, l'11,9%), anche se sono gli autori di oltre 64 anni a registrare l'incidenza più elevata (27, pari al 27,8%).

SARDEGNA: SETTE CROCI

La Sardegna è ugualmente travolta da un fiume di sangue e violenza che ha segnato la morte di 28 donne negli ultimi sette anni. Le vittime di femminicidio nell'Isola nel 2024 sono state 7 (+200% rispetto al 2023).

Maria Atzeni, 77 anni, picchiata e strangolata dal figlio a San Gavino Monreale il 25 febbraio. Francesca Deidda, 43enne uccisa con una martellata alla testa a San Sperate il 10 maggio e ritrovata morta, chiusa dentro un borsone nascosto in campagna, nel mese di luglio (il marito Igor Sollai ha confessato pochi giorni fa).

Maria Dolores Cannas, 57 anni, assassinata con una coltellata a Sinnai dal figlio il 16 giugno. Ignazia Tumatis, 59enne accoltellata mortalmente dal marito a Cagliari il 22 giugno dopo una lite scoppiata perché era rientrata a casa tardi. "Mi ha riso in faccia e non ci ho visto più", ha dichiarato il 77enne agli inquirenti per giustificare la sua furia. Giusi Massetti, 43 anni, e Martina Gleboni, 25, uccise a Nuoro il 25 settembre dal marito e padre Roberto Gleboni che, dopo aver ucciso anche il figlio Francesco e un vicino di casa, ha ridotto in fin di vita la propria madre, Maria Esterina Riccardi, 84enne, morta a novembre in ospedale dopo una lunga agonia.

REPORT POLIZIA CRIMINALE

In Italia, si registra un aumento dei casi di stalking, maltrattamenti familiari e violenze sessuali, secondo un report del Servizio analisi criminale della Direzione centrale polizia criminale pubblicato in occasione della Giornata contro la violenza sulle donne. Nei primi sei mesi del 2024, si è osservato un incremento del 6% negli atti persecutori, che colpiscono principalmente le donne nel 74% dei casi, e del 15% nei maltrattamenti verso familiari e conviventi, con l'81% delle vittime femminili. Le violenze sessuali sono aumentate dell'8%, interessando per il 91% le donne, di cui il 28% sono minorenni e il 77% sono di nazionalità italiana.