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Angela era il tuo nome e adesso non ci sei più.
Ti ha ucciso la violenza che impugna il cuore degli uomini, quando smettono di essere tali.
C’è stato un tempo in cui da bambina anche tu giocavi con le bambole che quasi sempre diventano spose, come nei desideri che abitano il cuore di tutte le donne.
C’è stato un tempo in cui hai creduto anche tu in quel soffio morbido che scalda le vene e fa tremare la voce, in quegli occhi pieni di luce che si rubavano all’amore per farli diventare una parte di te.
C’è stato un tempo in cui le sue mani accarezzavano le tue per proteggerti e farti sentire al sicuro.
Quelle stesse mani si sono avventate su di te con brutalità, battendo sul tuo viso, sul tuo corpo, su quell’anima che più non sopportava ciò che più non eri.
Tu che portavi tra i respiri i sogni di una vita migliore e combattevi contro un male più grande di te.
Tu, indifesa, come tutte le donne sfinite da un fallimento che ha reso sterile una vita di silenzi e solitudine.
Tu, umiliata, come tutte le donne che prima hanno creduto e poi ceduto.
Tu, ferita, come tutte le donne che senza più lacrime asciugano di dolore la paura.
Le mani che un tempo avevi amato hanno dato fuoco al tuo viso solcato, al tuo corpo prigioniero, ai capelli che il vento non può più accarezzare.
Le fiamme non hanno spento l’anima che batteva dentro il tuo cuore. Lei vola libera e senza più paure.
Sopravvive lo strazio di chi ti ha voluto tanto bene e il disprezzo per chi ti ha impedito di continuare a sognare.