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Ha un nome ed un cognome il presunto autore della rapina pluriaggravata ai danni del sacerdote 77enne, don Vincenzo Pirarba, (nella foto), avvenuta il 7 maggio scorso, nella sua abitazione a Tortolì: i Carabinieri infatti, nella tarda serata di ieri, hanno fermato un giovane 18enne, originario di Orosei.
Emilio Derosas (questo il nome del soggetto), è tuttora in stato di fermo: secondo gli inquirenti sarebbe lui ad essersi impossessato di oggetti preziosi e 400 euro in contanti dalla casa del prete originario di Villagrande. Il fermato si trovava in una pizzeria di Cagliari, a cena, quando i militari lo hanno ammanettato e accompagnato in caserma.
I dettagli
I militari della Compagnia Carabinieri di Lanusei, unitamente ai colleghi di Cagliari, hanno eseguito il fermo dell’indagato emesso dalla Procura della Repubblica di Lanusei nella persona del sostituto Procuratore Gualtiero Battisti.
Il fermo di Derosas si è reso possibile e necessario per l’importante carico di indizi emerso nei confronti del rapinatore ma si avevano, inoltre, fondati elementi per ritenere che il giovane, il quale ha già abitato per alcuni anni passati in Spagna, avesse intenzione di fuggire, recandosi di nuovo in Spagna, per sottrarsi, o almeno tentare di sottrarsi, alle ricerche da parte dell’autorità giudiziaria.
Dopo un incessante servizio di osservazione in una zona di Cagliari i militari sono riusciti ad individuare il diciannovenne di Orosei. Il ragazzo è stato fermato e rinchiuso nel carcere di Uta e dovrà rispondere di rapina pluriaggravata e per lesioni personali dolose gravi. Continuano ininterrottamente le indagini volte a recuperare altro materiale rubato ed all’individuazione dei complici.
L’analisi di molteplici impianti di videosorveglianza, quindi ha permesso di ricostruire i movimenti del rapinatore; l’escussione del vicinato, e dei familiari che sono risultate discordanti hanno sin da subito indirizzato le indagini.
Il ritrovamento della refurtiva con il riconoscimento da parte di don Pirarba del materiale con precise indicazione di dove le avesse acquistate. Nei prossimi giorni il Ris di Cagliari darà inizio ad operazioni intese alla ricerca di tracce biologiche e di impronte digitali sui molti reperti trovati e sequestrati nei giorni scorsi. Indagini ancora in corso volte all’individuazione di eventuali complici.