Sono la fuoriuscita dal Patto di stabilità (cioè la possibilità di spendere senza alcun vincolo tutto quello che la Sardegna incassa, circa 800 milioni in più rispetto al 2014) e la programmazione integrata dei fondi europei (con quelli nazionali e regionali) le due novità della manovra finanziaria 2015 da 7 miliardi e 783 milioni di euro approvata oggi dalla Giunta regionale.
Un "Patto sociale per il rilancio della Sardegna": una manovra che - afferma la Giunta regionale -, nonostante la situazione di profonda crisi economica e sociale, la riduzione del Pil, l'aumento del numero di disoccupati e la riduzione delle entrate della Regione, mette in campo risorse importanti e tutte immediatamente spendibili. E punta su politiche strategiche in ottica keynesiana per rilanciare l'economia della Sardegna, mira allo sviluppo, non aumenta l'aliquota Irpef e non introduce il ticket sanitario, rendendo permanente il taglio dell'Irap per le imprese, azzerandola alle nuove per i primi 5 anni di attività e dichiarando guerra aperta agli sprechi".
 
"La manovra finanziaria 2015 mette in gioco risorse ingenti per rilanciare lo sviluppo ma in una logica di bilancio rigoroso”, spiega il presidente della Regione Francesco Pigliaru. “Vogliamo attuare una seria politica di bilancio coniugando il rigore nella riduzione degli sprechi e lo sviluppo attraverso il pieno utilizzo degli ingenti fondi europei, e un piano regionale di investimenti in infrastrutture. Ci sono troppi soldi non spesi negli anni scorsi, con un danno enorme per la Sardegna. È il momento di invertire la tendenza spendendo prima, e bene, i fondi Ue e poi quelli regionali. E poi, l'altra grande novità: basta con gli assurdi vincoli del patto di stabilità, d'ora in poi spendiamo tutto quello che entra nelle nostre casse per dare risposte certe a territori, istituzioni, categorie sociali. La crescita, poi, passa anche da riforme a costo zero che non entrano in finanziaria ma fanno pienamente parte delle politiche di sviluppo della coalizione di governo. Stiamo parlando di riorganizzazione e riforma della Regione, legge urbanistica, semplificazione, attrazione degli investimenti dall'estero, valorizzazione del patrimonio. Tutti obiettivi - conclude il presidente Pigliaru - che devono portare la Sardegna a una svolta decisiva per il suo futuro".
 
LE ENTRATE PREVISTE - Ci sono 6 miliardi e 589 milioni di fondi regionali fra entrate tributarie, extra tributarie, alienazioni e mutui, 145 milioni di trasferimenti correnti, 850 di trasferimenti in conto capitale. 197 milioni arrivano dalla programmazione dei fondi Por 2014-2020 (di cui 127 FESR e 70 FSE), a cui si aggiunge un milione di altri trasferimenti Ue. "La spesa delle risorse del ciclo 2007-2013 è in forte ritardo, ed è inaccettabile rischiare di perdere 600 milioni in un momento come questo”, sottolinea il vicepresidente della Regione e assessore del Bilancio Raffaele Paci. “Perciò per invertire la tendenza, abbiamo iscritto nel bilancio 2015 le annualità 2014-2015 dei fondi Fesr e Fse, a cui si somma la quota del 2015 del fondo FEASR. In totale 520 milioni di cui 440 di fonte comunitaria e nazionale e 80 di cofinanziamento regionale, da usare immediatamente".   
 
IL PIANO REGIONALE INFRASTRUTTURE - Avrà un valore di 600 milioni di euro, verrà realiz