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Non sempre per diventare attori serve solo il carisma e la passione, ma spesso è necessaria anche una buona dose di fortuna. E Fiorenzo Mattu, ammette di essere stato proprio fortunato, lui che a diventare attore non aveva quasi mai pensato, se non fosse che dal piccolo paese di Ovodda, nella Barbagia di Ollolai, è arrivato sino a Cinecittà.
Fiorenzo, classe 1975, si descrive come un “attore per caso”, che dopo il diploma di Perito Agrario si è dedicato al lavoro per cui aveva studiato, senza immaginare che al rientro da una giornata di lavoro in campagna il casuale incontro con il regista Giovanni Columbu lo avrebbe portato a prendere parte a diversi film.
“Stavo rientrando a casa dalla campagna, mi ha fermato e mi ha chiesto se mi interessava fare un provino per lui il giorno dopo. Mi sono messo a ridere, convinto mi stesse prendendo per in giro. E invece il giorno dopo ci siamo fatti una chiacchierata e mi ha dato la parte”.
Era il 2001, Columbu era ad Ovodda per girare alcune scene del suo film ‘Arcipelaghi’ – tratto dal libro di Maria Giacobbe – che racconta il processo di un quattordicenne, accusato di aver ucciso l'assassino di suo fratello Giosué, ammazzato da un ladro per aver fatto il suo nome alla sua vittima. Fiorenzo era Ventura, un delinquente, amico dell’assassino del piccolo Giosuè.
Nel 2003 prende parte al film d’esordio di Salvatore Mereu ‘Ballo a tre passi’ - che per questa sua opera ha conquistato anche il David di Donatello per il miglior regista esordiente – dove interpreta Masala. Il film, articolato in quattro episodi, racconta quattro giornate che rappresentano le stagioni dell'anno ma anche le età della vita: Primavera / Infanzia, Estate / Giovinezza, Autunno / Maturità, Inverno / Vecchiaia.
Nel 2013 di nuovo sotto la regia di Columbu, a Fiorenzo viene affidato il ruolo di Gesù Cristo nel film ‘Su Re’. Columbu ispira il proprio Gesù alla profezia di Isaia - Non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi, non splendore per potercene compiacere –, quindi non alla ricerca del Cristo visto e rivisto: bello e con lunghi capelli biondi, ma un Gesù con tratti duri e scuro di carnagione, ma che comunque ha carisma per attirare la gente a se. “Ho sempre parti dove interpreto persone con un ‘primitivo carisma visivo’ come ha detto qualcuno, ma sono ruoli che vesto bene, e interpreto per il meglio”.
Poi nel 2015 viene diretto da Gianfranco Cabiddu in ‘La stoffa dei sogni’, dove interpreta un altro ruolo rude e spigoloso, nei panni del pastore sardo Antioco, al fianco di attori come Ennio Fantastichini e Sergio Rubini. Con un personaggio che mostra l’attaccamento alla propria terra e il dolore che gli provocano gli "invasori" che hanno colonizzato la sua isola.
Nel 2018 veste i panni di un ubriacone nel film ‘Figlia mia’, di Laura Bispuri, con Valeria Golino e Alba Rohrwacher.
Poi l’arrivo a Cinecittà: il 31 di gennaio uscirà nelle sale ‘Il primo Re’ di Matteo Rovere, che racconta la storia di Romolo e Remo e la nascita di Roma. Ambientato nel 753 A.C. tra primitive capanne e boschi. Un mese di allenamento ed esercizi a corpo libero e con le spade per prepararsi al suo ruolo, che lo vede al fianco dei protagonisti in molte scene di combattimenti violenti. Ore e ore di registrazione nel fango, per interpretare Mamercus, prigioniero insieme a Romolo e Remo.
“Un film che lascia parlare le immagini, le azioni dei protagonisti, con pochi dialoghi, che sono parlati in proto-latino e sottotitolati” racconta Fiorenzo Mattu.
“Un’esperienza bellissima, l’opportunità e la fiducia datami da Matteo Rovere e da tutti i suoi collaboratori mi ha dato veramente tanto in più, mi ha insegnato molto. Li devo ringraziare di cuore”.