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FRANCESCA BARRACCIU - FOTO HG CANNAS cagliari, 26-09-08. francesca barracciu, segretario regionale sardegna del PD - Fotografo: GIORGIO CANNAS
A Francesca Barracciu, sottosegretario alla Cultura del Governo Renzi, la Procura di Cagliari contesta la spesa impropria di oltre 81mila euro di fondi assegnati ai gruppi del Consiglio regionale della Sardegna.
L'accusa, per la quale Barracciu oggi è stata rinviata a giudizio, è collegata agli anni in cui l'esponente del Pd è stata consigliere regionale della Sardegna. La vicenda giudiziaria è cominciata all'indomani delle primarie del centrosinistra - vinte dalla stessa Barracciu - per la scelta del candidato alla regionali 2014.
Allora l'ex europarlamentare aveva ricevuto un avviso a comparire, assieme ad altri 33 ex colleghi di gruppo, in cui le veniva contestata una cifra pari a 33 mila euro che, come lei stessa ha sostenuto in interrogatorio, erano stati utilizzati tutti in rimborsi benzina per viaggi in auto in giro per la Sardegna collegati alla sua attività politica.
Tornata davanti agli inquirenti per un secondo interrogatorio, l'onorevole non era riuscita però a dare una spiegazione alle tante incongruenze riscontrate dalle successive indagini della procura e nemmeno su una seconda tranche di fondi percepiti e contestati pari a 45mila euro circa.
Così, travolta dalle polemiche, Barracciu era stata costretta dal suo partito a fare il passo indietro, che ha lasciato spazio alla candidatura dell'attuale presidente della Regione, l'economista Francesco Pigliaru.
La Procura aveva continuato con i suoi accertamenti dai quali era saltata fuori un'ulteriore spesa considerata impropria dall'accusa: circa 3.600 euro per un convegno organizzato dalla società Evolvere, in cui era personalmente interessata. A seguito degli sviluppi dell'indagine, il pm Marco Cocco aveva chiesto per Barracciu, frattanto divenuta sottosegretario, l'interdizione dalla carica che però era stata respinta dal gip.
Nel richiedere il provvedimento, il rappresentante dell'accusa aveva insistito sulle troppe incongruenze riscontrate nelle memorie difensive presentate dall'onorevole, oltre che su una telefonata fatta da Barracciu a un regista sardo.
Per il pm quella chiamata - in cui l'onorevole ricordava al regista di essere diventata sottosegretario alla Cultura per poi annunciargli che sarebbe potuto essere convocato come testimone nell'ambito dell'inchiesta in cui era coinvolta - era un tentativo di inquinare le prove, mentre per il giudice, che ha respinto la richiesta, solo una condotta "scomposta e deplorevole".
Al termine dell'udienza preliminare di oggi, il gup di Cagliari Lucia Perra ha rinviato a giudizio Barracciu che dovrà presentarsi in veste di imputato il prossimo 2 febbraio davanti alla seconda sezione penale.