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“Questo – conclude il segretario centrista Federico Ibba - è solo un ulteriore esempio che dimostra il senso di decadimento della sanità cagliaritana. Tante grandi professionalità che si trovano a non poter dare risposta di salute alla popolazione proprio a causa di limiti organizzativi. Potrei citare tantissimi esempi di mala organizzazione come per esempio quello che è accaduto non più tardi di un mese fa quando una persona è caduta nel piazzale dell’ospedale Brotzu e l’ambulanza l’ha portata al pronto soccorso dell’ospedale Marino, a diversi chilometri di distanza”.
Prosegue l’inchiesta sulla qualità e l’organizzazione della sanità cagliaritana da parte del il segretario centrista Federico Ibba che, dopo aver suscitato un acceso dibattito in Consiglio comunale di Cagliari, denuncia con un video "la mala organizzazione della sanità cagliaritana e il deperimento della quantità nella risposta di salute al pronto soccorso dell'ospedale Marino: oltre ai pazienti e ai loro parenti, la sala d'attesa è popolata anche di simpatiche colonie di formiche che aiutano a igienizzare".
“Quando ho denunciato lo smantellamento della sanità cagliaritana in attesa di chimere irrealizzabili, come l’alta specializzazione del Mater Olbia a discapito di quella già presente e pubblica di Cagliari o la promessa di un nuovo mega ospedale nella città capoluogo di regione, mentre invece è stato chiuso l’unico pronto soccorso del centro, oppure quando ho denunciato la chiusura del Binaghi dopo che sono stati spesi oltre due milioni e mezzo di euro di soldi pubblici non più tardi di due anni fa, ed oggi abbiamo per esempio lunghissime liste d’attesa di intervento di Oculistica che nel frattempo stenta a ripartire al Brotzu, sono stato preso per il solito politico che vuole strumentalizzare uno dei problemi più importanti dei cittadini: la salute”, spiega Ibba.
“Come da video allegato, potrete vedere che oltre ai pazienti e ai loro parenti, la sala d’attesa è popolata anche da simpatiche colonie di formiche che aiutano ad igienizzare. Ma torniamo ai pazienti ed i loro familiari: non solo sono costretti a stazionare in sala d’aspetto (con le formiche) anche 5-6 ore, come è accaduto in questi giorni scorsi per un caso di dolorosa rottura dei legamenti crociati del ginocchio per poi sentirsi dire a tarda notte di tornare il giorno dopo perché non possono fare neanche una radiografica (all’ospedale Traumatologico!) ma questi pazienti, se hanno sete, devono portarsi anche l’acqua da casa. Perché? Pare che la Asl abbia fatto togliere anche i distributori delle bevande e quanto pare questo accade anche negli ospedali di Isili e Muravera.
Può sembrare una sciocchezza – continua Ibba -, ma questo è diventato un ulteriore disagio per la popolazione, soprattutto quando ti ritrovi ad aspettare dalle 5 alle 8 ore in un posto dove non vorresti mai essere, come il pronto soccorso, peraltro in una zona deserta come nel caso dell’ospedale Marino, che soprattutto d’inverno e di sera chiudono anche i bar della spiaggia”.
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