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Il 14,4% della Sardegna è a rischio alluvioni e inondazioni. Si tratta di ben 3.477 chilometri quadrati, che interessano circa 477mila abitanti e quasi 1.500 beni culturali. E' quanto emerge dai dati 2020 rilevati dall'Ispra sul Dissesto idrogeologico in Italia, rielaborati dall'Ufficio Studi Confartigianato Sardegna. I numeri per l'Isola fortunatamente dicono anche che solo il 3,4% del territorio sardo è a "elevato rischio", mentre il 4% è a "medio rischio" e il 7% a "basso rischio".
Analizzando il territorio, su 24.100 chilometri quadrati, 827 kmq (il 3,4%) subiscono una "elevata pericolosità idraulica con alto rischio frane", coinvolgendo ben 80mila persone e 346 beni culturali. La fascia a "rischio medio", interessa invece 974 chilometri quadrati, coinvolge quasi 125mila abitanti e 433 beni culturali. La fascia più bassa, quella a "lieve impatto", va a impattare su 1.676 chilometri quadrati di territorio, sui quali gravitano 271 abitanti con 674 beni culturali.
Fra le province quella "più a rischio" è il Sud Sardegna, con 227 km quadrati "ad elevata pericolosità", a cui seguono Oristano con 209, Nord Sardegna con 163, Nuoro-Ogliastra con 130 e Cagliari con soli 96.
"Auspichiamo che anche in Sardegna possano arrivare anche altri stanziamenti del Pnrr, che potrebbero venir messi a disposizione dal Ministero dell'Ambiente per il ripristino, la salvaguardia, la messa in sicurezza di aree esposte a rischio di dissesto e per le opere già esistenti - osserva Maria Amelia Lai, Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna -. Questi fondi rappresenterebbero una opportunità quasi unica e che va assolutamente colta e sfruttata. Non vorremmo che la burocrazia facesse più danni delle alluvioni".