«Bisognerebbe vietare il raduno fissato per venerdì 27 luglio da asseriti antifascisti’ la cui presentazione non solo trasuda odio violento e convinto nei confronti degli Appartenenti alle Forze di Polizia, ma rappresenta una vera e propria istigazione a delinquere e un oltraggio a chi vestendo la divisa rappresenta lo Stato italiano. Di fronte a un neppur tanto sommerso pericolo rappresentato dalle frange antagoniste e anarco-insurrezionaliste, denunciato da anni nelle varie sedi da tutti i massimi organismi di intelligence, affermazioni gravissime come quelle di questi signori richiederebbero quantomeno approfonditi accertamenti e massima cautela da parte di quegli ‘sbirri’ che proprio grazie al fatto di essere dei così bravi ‘ficcanaso’ hanno fin qui limitato al massimo i terribili danni che alcuni sono ancora perfettamente in grado di infliggere al Paese, alle sue Istituzioni, e ai suoi cittadini, assorbendo sulla propria pelle le conseguenze nefaste di questi deliri, come è purtroppo accaduto al valoroso collega di Firenze».

Sono queste le parole di Franco Maccari, nuovo Vice Presidente Nazionale dell’Fsp Polizia di Stato - Federazione sindacale di Polizia, che sarà  a Cagliari all’indomani della comparsa di manifesti  di presentazione di una serata “benefit antifascista” contenenti frasi choc contro la Polizia: «In solidarietà con Ghespe, Paska e Giovanni – si legge nel testo -, accusati di tentato omicidio per l’attacco contro la libreria di Casapound “Il Bargello”, avvenuto a Firenze nella notte di Capodanno 2017. Durante quest’azione è rimasto ferito lo sbirro ficcanaso che cercava di disinnescare l’ordigno, lasciando sul posto una mano e un occhio. A noi non interessa sapere chi sia stato e continueremo a gioire ogni volta che qualcuno attacca i fascisti, meglio ancora se uno sbirro ci va di mezzo».

«Si tratta di un’iniziativa contro la Polizia – ha aggiunto Maccari –. Sarebbe un errore sottovalutare situazioni come questa in cui l’aperta sfida allo Stato ed a chi ne rappresenta e tutela l’ordinamento è racchiusa in un chiarissimo invito a commettere delitti contro altri cittadini e contro gli Appartenenti alle Forze dell’ordine. Non osiamo pensare a come potrebbe svolgersi un intervento che si rendesse necessario in un contesto di tale tensione, in cui le premesse sono indiscutibilmente quelle delle peggiori occasioni. Un contesto in cui un Poliziotto rischia di non poter tornare a casa senza fare tappa in ospedale o peggio, oppure di finire in un mare di guai per aver difeso l’incolumità altrui e propria dalla violenza di certi delinquenti che dovrebbero essere fermati prima di poter creare problemi».