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Ha compiuto oggi 99 anni Annedda Castangia, la donna di Orgosolo testimone vivente dell'aggressione costata la vita ad Antonia Mesina, uccisa il 17 maggio 1935 mentre si opponeva ad un tentativo di violenza sessuale nelle campagne del paese e per questo beatificata da Giovanni Paolo II il 4 ottobre 1987.
Quella mattina, dopo aver partecipato alla messa in parrocchia, Antonia Mesina si recò nelle campagne attorno al paese in cerca di legna, necessaria per la cottura del pane in casa. Per strada incontrò una vicina di casa, Annedda Castangia, che in seguito sarebbe stata la principale testimone dei fatti al processo penale e di beatificazione. Mentre le due giovani erano impegnate a legare in fasci la legna raccolta, distanti tra loro alcune decine di metri, Antonia Mesina venne aggredita da un compaesano ventunenne, Ignazio Catgiu, che la trascinò fra i cespugli e tentò di violentarla.
Non riuscendo nel suo intento, Catgiu assassinò la ragazza con 74 colpi di pietra. L'ultimo colpo, inferto con una grossa pietra, le spaccò il cranio e le sfigurò il viso. Antonia Mesina non aveva nemmeno sedici anni. Ignazio Catgiu venne arrestato e condannato a morte per fucilazione il 27 aprile 1937.
Oggi, ad Annedda Castangia vanno gli auguri del sindaco di Orgosolo Dionigi Deledda. "Gli auguri più cordiali da parte mia e di tutta la comunità per il suo compleanno da testimone ancora vivente della beata Antonia Mesina, che ancora oggi la protegge".